Consiglio, oggi dibattito
Vedi la foto Il sindaco Massimo Zedda lo ha ribadito ieri durante la presentazione del festival “Un'isola di musica”: non intendo dare il teatro in mano alle banche. Significa che la principale garanzia richiesta cinque mesi fa da tre istituti di credito per “spalmare” il debito patrimoniale da breve a lungo termine non sarà concessa. E significa che per risolvere il problema più gravoso della fondazione occorrerà trovare altre strade. Alcune delle quali potrebbero essere indicate oggi dal sindaco in Consiglio comunale durante il dibattito, che si annuncia acceso, che scaturirà dall'interrogazione del capogruppo del Pdl Giuseppe Farris.
IMMOBILE DA 25 MILIONI Ma quanto vale il teatro di via Sant'Alenixedda? La risposta è curiosa perché il valore dell'immobile è quasi uguale al deficit patrimoniale: 25.578.000 euro. La cifra è riportata nell'inventario dei beni immobili del comune realizzato alcuni anni fa dalla Gies e dalla Sc, le due società che nel 2005 hanno censito per la prima volta il patrimonio dell'amministrazione. Cedere il teatro alla fondazione che a sua volta lo darebbe in garanzia alle banche in cambio di un'iniezione di denaro, risolverebbe il problema. Ma, ammesso che l'ipotesi sia giuridicamente percorribile, potrebbe rappresentare un rischio eccessivo in un'azienda formalmente privatizzata ma di fatto gestita quasi esclusivamente con fondi pubblici e con criteri da azienda pubblica.
LA DELIBERA SUI POTERI Lunedì, nel corso della riunione del cda, è stata di fatto ritirata la delibera (da lui proposta) che dava al sovrintendente pieni poteri. Una delibera inattuabile soprattutto per una ragione: i poteri pretesi da Di Benedetto richiedono una modifica statutaria che, anche se il cda avesse avuto l'intenzione di concederglieli (e non lo è perché l'unico favorevole sarebbe il consigliere Felicetto Contu), non è attualmente consentita, almeno fino a quando non sarà varato il regolamento attuativo della cosiddetta legge “Bondi”.
Che ne sarà, allora di Di Benedetto? I sindacati ne chiedono la testa, Massimo Zedda, presidente della fondazione, è cauto. Il tre settembre scadono i sei mesi di prova di Di Benedetto (lui sostiene che non siano previsti, altri citano sentenze della Corte di Cassazione). C'è poco più di un mese di tempo per decidere. (f.ma.)