POETTO. Dopo l'annegamento del giovane cinese sfiorata un'altra tragedia
«Siamo vive per miracolo, il Comune segnali i pericoli»
Vedi la foto Entrano in mare, camminano per una decina di metri. L'acqua è bassa, all'altezza del ginocchio. All'improvviso due ragazze sprofondano e vengono come risucchiate verso il basso. Una di loro riesce ad urlare e ad attirare l'attenzione dei bagnanti che avvertono i bagnini. Gli uomini del salvataggio si gettano in acqua e le salvano.
Accade domenica al Poetto, al confine con Quartu, nel tratto di spiaggia libera tra il Golden beach e il Lido del carabiniere a pochi passi dal luogo dove alcuni giorni fa è morto Zhou Jianlun, il ventottenne cinese annegato a pochi metri dalla riva davanti a centinaia di persone.
«VIVA PER MIRACOLO «Sono viva per miracolo», racconta Novella Demuru, 34 anni, protagonista della disavventura assieme alla cugina trentottenne. «Il mare era calmo, l'acqua bassa e, ironia della sorte, con la mia amica parlavo della morte del povero cinese e ci chiedevamo come fosse possibile morire a pochi metri dalla riva», riferisce con la tensione di chi è reduce da una notte insonne perché ha visto, e bene, in faccia la morte. «All'improvviso siamo sprofondate. Abbiamo cercato di nuotare ma qualcosa ci attirava verso il basso. Bevevamo. La mia amica aveva quasi perso i sensi io ho realizzato che sarei morta e con la forza della disperazione ho urlato. Dopo un po' due bagnini si sono buttati in acqua e ci hanno salvate».
Si scopre, poi, che in quel tratto di mare il pericolo è costante, che le voragini esistono, che altri bagnanti hanno rischiato di annegare nelle scorse settimane. «È il caso che il Comune segnali i pericoli e non solo in italiano», chiede Demuru. «Io so che domenica potevo morire. E sono viva grazie a due angeli». (f.ma.)