Sono almeno 2.000 le persone in graduatoria per ottenere un alloggio del Comune o di Area
Abusivi, l'emergenza continua: oggi un incontro in Prefettura
Vedi tutte le 3 foto «Stiamo decidendo che cosa farne». Disse così Gianni Chessa nel gennaio del 2008. Dopo pochi giorni l'ex esponente dell'Udc lasciò l'assessorato al Patrimonio cedendo il posto a Luciano Collu. Che sedici mesi dopo ripetè più o meno le stesse cose: «Dobbiamo decidere la destinazione». A fine 2009 nuovo cambio di poltrona: arriva Patrizio Mulas. Che il 20 marzo 2010, conferma lo stesso concetto: «Sto valutando con attenzione». Poco dopo interviene il collega alle Politiche sociali: «L'ex scuola Mereu ospiterà la Città dei bambini», assicura Anselmo Piras.
Cambia l'amministrazione e, com'è ovvio, anche la nuova giunta riflette, studia. Il risultato? La ex scuola era ed è occupata da famiglie di abusivi.
Come altri 150 appartamenti di edilizia economica popolare in città. Gran parte del Comune, altri di Area. «Non riusciamo più ad assegnare una casa perché quando un inquilino va via, dopo cinque minuti ce n'è un altro che la occupa», racconta Marisa Depau, consigliere comunale di Sel.
Nessuna novità in una città dove da dieci anni gli anziani spesso non vanno a fare la spesa per timore che qualcuno occupi la loro casa. Non è un caso che Antonello Puddu, segretario regionale dell'Uniat, parli di «una polveriera pronta ad esplodere».
VERTICE IN PREFETTURA Tanto che oggi - anticipa Giorgio Sangiorgi, presidente dell'Agenzia regionale per l'edilizia abitativa - sarà tra gli argomenti al centro di un incontro con il prefetto.
Argomento caldo, quello delle occupazioni, e non da oggi in un Comune dove un residente su cento (circa 1500 persone) è in graduatoria per una casa popolare e dove altri 800 cittadini attendono una «casa di risulta». Cioè una casa-parcheggio o una casa albergo, venti o trenta metri quadrati si dovrebbe transitare per qualche settimana in attesa di una casa definitiva e dove, invece, si vive per anni. Un problema amministrativamente trasversale. Perché riguarda politiche sociali, scelte urbanistiche e patrimoniali.
NESSUNA RESA L'ex scuola Mereu, per dire, sino al 2005 ospitava un circolo privato. Fruttava poco ma fruttava. I gestori furono cacciati perché qualcuno (in primis l'ex consigliere comunale di Forza Italia Piero Strazzera) disse che doveva rendere di più: 40 mila euro all'anno, se affittata a prezzi di mercato. «Prima bisogna trovare una sistemazione agli abusivi», disse Collu.
PERSI I FONDI «Come fanno a risolvere i problemi se non si costruiscono case nemmeno quando si hanno i fondi per farlo?», si chiede Puddu. Il riferimento è ai 18 milioni di euro per ristrutturare due scuole in via Abruzzi, via D'Arborea e un altro edificio in via Tuveri che la giunta Floris aveva ed ha perduto. «Potevano fare 140 appartamenti, ne hanno fatto 42 in via Premuda». Il risultato è che l'occupazione abusiva, a Cagliari, è il metodo più semplice per ottenere una casa: si evitano attese, si superano file, si saltano fastidiosi passaggi burocratici. Basta aspettare la segnalazione giusta ed avere qualcuno che sfonda la porta e cambia la serratura. Se, per caso, arrivano i vigili per sgomberare si va via e si rientra dopo qualche ora.
VIA TINTORETTO L'alternativa è quella che vivono decine di famiglie in un palazzo in via Tintoretto 15. Anche dieci persone stipate come sardine in trenta metri quadri. Per questo per molti è meglio occupare: se si è fortunati capita una casa con giardino in centro, come l'ex scuola Mereu. Sino a qualche anno fa chi occupava una casa non aveva più diritto a un posto in graduatoria. Il vincolo saltò quando gli abusivi dell'ex provveditorato di via San Saturnino ottennero un alloggio in via Premuda. Da allora vale solo una regola: quella del più furbo.
Fabio Manca