I delegati degli universitari chiedono più apertura per le loro iniziative
PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. La decisione del rettore dell’università è stata irremovibile: l’orto botanico non ha ospitato, nè ospiterà lo spettacolo “Holy peep show”. Ma per altre manifestazione, come “Libriforas”, non ci saranno restrizioni di sorta. Annalena Cogoni, responsabile dell’orto botanico, precisa anche che i racconti all’aperto di quest’ultimo gruppo «non sono un’operazione commerciale».
Tiziana Raja della compagnia “Lucido Sottile”, che ha organizzato lo spettacolo a cui è stato negato il permesso per l’Orto botanico, precisa però che la loro rappresentazione, «come la “Fedra” realizzata nello stesso luogo, è una iniziativa culturale e non un’operazione commerciale». Ad ogni modo, forse alcune irregolarità amministrative e soprattutto la polemica sulle locandine dello spettacolo di Lucido Sottile hanno contribuito a bloccare uno dei pochi siti gestiti dall’ateneo cagliaritano che offrono spazi e strutture per attività culturali.
Nicola Usala, rappresentante degli studenti, ha fatto un’interrogazione al rettore Giovanni Melis per cercare di modificare il diniego. Inutilmente. Per l’universitario, in ogni caso, «è dovere dell’ateneo non solo ma anche promuovere iniziative culturali originali che coinvolgano artisti, studenti e il maggior numero di cittadini». Inoltre «insistere sulla non concessione dell’Orto botanico, vista la grande attenzione mediatica che si è sviluppata intorno al caso, potrebbe avere una ricaduta d’immagine negativa sull’ateneo». In questo caso la posizione del Magnifico presta il fianco alla polemica degli studenti per la mancanza di spazi associativi. L’Orto botanico è uno dei tanti dato che l’università gestisce molti siti sparsi sul territorio cittadino. Mentre le associazioni studentesche e culturali devono penare per una concessione e raramente gli spazi accordati consentono un’attività più articolata di una conferenza. Marco Meloni, presidente del consiglio degli studenti, afferma che «l’amministrazione di questi luoghi è sempre stata ridotta alle funzioni dell’università, invece l’ateneo dovrebbe incentivare i nostri progetti e quelli che hanno un impatto sul territorio».
Per ovviare ai limiti dell’ateneo, gli studenti sperano in un’amministrazione comunale più flessibile della precedente. Anche se qualche spiraglio si è aperto: pochi mesi fa infatti gli universitari hanno strappato la concessione del chiostro della facoltà di architettura: per concerti e dibattiti. Ma i problemi continuano, seppure di altra natura: i residenti del quartiere hanno protestato per gli orari delle manifestazioni. Una questione di coordinamento e di regole da seguire. «Le strutture che ci vengono concesse con più frequenza sono i locali della cittadella di Monserrato, troppo distanti e difficilmente promuovibili - continua il rappresentante degli studenti - questo atteggiamento ricalca lo spirito di chi vorrebbe gli studenti e le loro attività invisibili agli occhi dei cittadini».