VENERDÌ, 29 AGOSTO 2008
Pagina 1 - Cagliari
Vertice alla Regione tra il presidente Renato Soru, il sindaco Emilio Floris e l’imprenditore Gualtiero Cualbu
Il governatore: «Verificata la possibilità di discutere fuori dai tribunali»
ROBERTO PARACCHINI
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CAGLIARI. «Interlocutorio» è stato il vocabolo più gettonato dopo il vertice su Tuvixeddu, tenuto ieri mattina nella presidenza della Regione. Il governatore Renato Soru aveva indetto l’incontro «per cercare una soluzione condivisa».
Sul modo di tutelare il colle, al cui interno si trova la necropoli punico romana più grande del Mediterraneo, si è aperto un contenzioso che dura dal gennaio del 2007. Da un lato la Regione, che aveva bloccato i lavori; dall’altro i privati (soprattutto la Coimpresa, che fa capo al gruppo Cualbu) e il Comune. Tutti e tre i soggetti avevano firmato nel 2000 un accordo di programma per una lottizzazione integrata: parco archeologico naturalistico di venti ettari e, in un’altra parte del colle, costruzioni per circa quattrocento appartamenti. Successivamente, dopo l’approvazione del piano paesaggistico regionale, si ha l’intervento della Regione: per tutelare tutto il colle sulla base del concetto di paesaggio (introdotto dal Codice Urbani del 2004, come bene non commercializzabile). E il vincolo di inedificabilità per tutto Tuvixeddu. Poi il ricorso al Tar da parte dei privati e del Comune, e la sentenza a favore di questi ultimi. Convalidata dal Consiglio di Stato.
Da qui la ripresa dei lavori della Coimpresa e, lo stesso giorno (lunedì scorso), la lettera rivolta a tutti gli interessati e alla soprintendenza, del governatore della Sardegna: per un vertice su Tuvixeddu. E, in parallelo, l’annuncio dei provvediementi atti a riproporre il nuovo vincolo. Ma ieri sera, nella prima riunione della giunta regionale, è stata portata in Giunta solo l’integrazione alla delibera per la costituzione della commissione regionale al Paesaggio (che dovrà poi essere approvata dal Consiglio). Mentre non è stato presentato il provvedimento urgente (sulla base dell’articolo 14 della legge urbanistica) per il blocco immediato dei lavori. Come dire: lasciamo margini al dialogo.
«Abbiamo verificato la possibilità di discutere con i privati e trovare soluzioni fuori dai tribunali - ha precisato il presidente Soru alla fine dell’incontro - abbiamo chiarito le rispettive posizioni. La Regione ha la responsabilità, insieme allo Stato, di tutelare i beni archeologici e intende proseguire in questa strada». Da parte sua il sindaco Emilio Floris ha sottolineato che «resta fermo l’accordo di programma, se vi sarà la volontà di modificarlo lo verificheremo il prossimo 10 settembre quando si riunirà il Comitato di vigilanza». Intanto Gualtiero Cualbu ha ribadito che che «si tratta di un incontro interlocutorio», ma che «il cantiere rimane aperto».
Durante il vertice la Regione ha parlato di terreni demaniali (le dismissioni militari) da dare in cambio di quelli di via Is Maglias, dove la Coimpresa dovrebbe edificare, e di indennizzo per il «danno avuto». Ma senza compenso sul mancato guadagno. Mentre la Coimpresa vorrebbe valutare anche quest’ultimo aspetto. Il primo cittadino Floris ha poi fatto notare come le aree demaniali dismesse siano inedificabili, sottolineando che l’amministrazione comunale deve essere coinvolta in ogni passaggio. Il dialogo, ad ogni modo, continuerà la prossima settimana.