Che cosa fanno gli ex assessori della Giunta Floris non rieletti
Sindrome da trombati? Nessuno l'ammette
Vedi la foto Per cinque anni hai il potere in mano. Il telefono squilla in continuazione, il box della posta è sempre pieno di inviti. Sei rispettato, frequenti gente importante. Hai privilegi, posti in prima fila alle manifestazioni che contano, un autista. Hai un ufficio vero, con poltrona in pelle, dove ricevi persone il cui futuro, spesso, dipende dal tuo aiuto. Risolvi problemi, generali e personali. Conti.
Poi accade che gli elettori ti voltino le spalle. Che il telefono non squilli più. Che chi ti salutava con deferenza giri la faccia. Che dal tuo ufficio nel palazzo del potere sia costretto a tornare alla tua anonima scrivania in una stanza-loculo. E che lo stipendio crolli, come un'azione di una società in crisi. Brutto assaporare il potere poi transitare ad alta velocità verso l'anonimato. In gergo la chiamano Sindrome da trombati e una delle caratteristiche è che pochi riconoscono di esserne affetti.
Luciano Collu (348 voti), in politica dal '94, un passato recente da assessore alle Attività produttive dice, anzi, di essere felice. Nonostante sia tornato al suo lavoro di usciere in Consiglio regionale. «Depresso? Macchè. Ho riacquistato la libertà, assaporo le giornate lunghe, mi dedico a me stesso. Eppoi il vento era cambiato, il Consiglio e la giunta si sono ringiovaniti, sarei stato inadeguato». Vero è che un posto (e un gettone) nel consiglio di amministrazione di Area aiuta a stare a galla.
Nemmeno Gianni Giagoni (non si è candidato) si sente orfano. Tornato in Consiglio regionale, dove lavora nel gruppo del suo partito, i Riformatori, sostiene di non avere rimpianti. «Dieci anni fatti come li ho fatti io, cioè lavorando a tempo pieno, stancano. Va bene così».
CHE COSA FANNO E gli altri? Che cosa fanno o che cosa sono tornati a fare dopo l'esperienza più meno lunga a palazzo Bacaredda? Edoardo Usai, avvocato, fa per la prima volta il pensionato (da ex insegnante e da ex consigliere regionale), Giorgio Pellegrini insegna Storia dell'arte contemporanea all'università, Gianni Campus, in pensione dall'ateneo, segue il suo studio di architettura, Maurizio Onorato è tornato in Confagricoltura, dov'è dirigente, Raffaele Lorrai ha ripreso la sua professione di ingegnere, Nanni Floris, pensionato del Comune, si gode il riposo, come Giorgio Adamo. Gli altri sono stati rieletti. Giuseppe Farris è il capogruppo del Pdl, Anselmo Piras consigliere dello stesso partito, Aurelio Lai siede tra i banchi dell'Uds, Paolo Carta tra quelli dell'Udc assieme all'ex nemico Gianni Chessa. Tutti provano un'esperienza nuova: l'opposizione.
Fabio Manca