ABBANOA
HOTEL MEDITERRANEO OLTRE TRECENTO I SINDACI ALL’ASSISE
Sono 335 i Comuni sardi azionisti di Abbanoa e che questa mattina alle 8 si
presenteranno nei saloni dell’Hotel Mediterraneo di Cagliari per l’assemblea generale
dei soci. A detenere la maggioranza relativa del pacchetto azionario è il Comune
capoluogo di regione, che ha poco più del 18 per cento delle quote, mentre a seguire
ci sono il Comune di Sassari (con il 13,2 per cento delle azioni), quello di Nuoro
(4%), di Olbia (3,11%), quello di Quartu (1,4%) e quello di Alghero (1,05 per cento).
Sono loro, insieme con la Regione (che ha il 14,5 per cento delle azioni), i soli azionisti
che detengono una percentuale del capitale sociale superiore all’1 per cento. Per
tutti gli altri 330 Comuni, una partecipazione azionaria ridotta. A chiudere la classifica degli azionisti ci sono, ovviamente, i Comuni più piccoli dell’Isola: in ultima
posizione assoluta Monteleone Rocca Doria, 125 abitanti nel Sassarese. Per l’a m ministrazione civica del piccolo municipio, una quota azionaria dello 0,0033 per cento: nonostante questo, stamattina il sindaco parteciperà alle votazioni e all’a p p rovazione del bilancio di Abbanoa, con la speranza
che le mosse della Regione Sardegna riescano a raddrizzare le sorti della società.
di Giacomo Bassi giacomo. bassi@ sardegnaquotidiano. it
C’è ancora da capire quale sarà la strada migliore da percorrere, ma la meta è già stata individuata: il salvataggio di Abbanoa. Il presidente della Giunta Ugo Cappellacci, l’assessore ai Lavori Pubblici Sebastiano Sannitu e il collega al Bilancio
Giorgio La Spisa, che nella tarda serata di ieri si sono incontrati per un vertice con all’ordine del giorno proprio la questione della sopravvivenza del gestore unico, hanno trovato una prima quadratura del cerchio. Che in sostanza si può riassumere in questo modo, e i cui dettagli saranno resi noti solo stamane nel corso dell’assise dei soci: viale
Trento è pronta a un ulteriore sacrificio economico, interverrà nuovamente con uno stanziamento di alcuni milioni di euro sufficienti a coprire
gran parte della voragine aperta nei bilanci del gestore ma non vuole fare la parte del tappabuchi così come ha fatto con i cinquanta milioni di euro stanziati con
il collegato alla Finanziaria. Anche perché sarebbe come gettarli al vento. In cambio, invece, mette dei paletti e chiede garanzie. Sia sulla qualità e sull’efficienza del servizio sia sul suo ruolo nel futuro della compagine societaria. Tradotto: in
cambio dei fondi necessari a salvare Abbanoa dal baratro, Cappellacci
vuole che le amministrazioni locali si assumano le proprie responsabilità
per quanto riguarda la qualità del servizio e soprattutto vorrebbe rafforzare il proprio (inteso come Regione) pacchetto azionario nella società.
LE POSSIBILI STRATEGIE In che modo però intervenire? Quali gli strumenti da mettere in campo? Che strategia utilizzare? Domande non semplici alle quali già da questa mattina, all’assemblea dei soci convocata per le 8 all’Hotel Mediterraneo di Cagliari, dovrà dare una risposta di sintesi il presidente Cappellacci, che appunto nella
giornata di ieri ha studiato con La Spisa e Sannitu le possibili strade da percorrere. La prima sarebbe quella di una ricapitalizzazione, come già altre nella storia di Abbanoa ci sono state proprio a opera della Regione. La seconda invece quella
del ricorso al Fondo di Garanzia per le imprese gestito tramite la Sfirs, la finanziaria regionale. Grazie a quest ’ultima, infatti, sarebbe possibile
ripianare almeno una parte del deficit di bilancio, dare un po’ di ossigeno
ai creditori del gestore e allentare la morsa intorno alla società. In entrambi i casi, spiegano fonti vicine all’assessorato al Bilancio, il vero nodo sarà sul quantum: «Lo scopo principale dell’azione della Regione è quello di evitare in tutti i modi il fallimento, per tutto il resto, e anche per quantificare le compensazioni comunque c’è tempo». Compensazioni che saranno appunto sul fronte della governance dell’Au torità d’ambito, che vigila sulla qualità del servizio e che attualmente è commissariata, e sul pacchetto azionario: sul primo tavolo potrebbe imporre un nuovo commissariamento
dell’ente e non rispondere positivamente quindi alle richieste dei sindaci che mercoledì hanno chiesto tramite l’Anci di poter contare
maggiormente nelle decisioni sulla gestione del servizio; sul secondo,
invece, la questione è più complessa perché andrebbe a toccare
degli equilibri che si stanno ricostituendo proprio in queste ore.
Ad oggi, infatti, la Regione detiene poco più del 14,5 per cento delle
azioni totali di Abbanoa, meno di quelle che ha il Comune di Cagliari
e poco più di quelle in mano a Sassari. Se dovesse salire, però, potrebbe diventare l’azionista di maggioranza relativa. Un ribaltamento che
però non piace né all’amministra - zione civica del capoluogo né agli altri Comuni soci, che vedrebbero in questa mossa un eccessivo accentramento di potere nelle mani di via Roma.
IL FRONTE DEI COMUNI
E saranno proprio i Comuni i veri protagonisti dell’assemblea dei soci di questa mattina. Al Mediterraneo si presenteranno i rappresentanti di quasi tutte le amministrazioni isolane, che hanno una partecipazione azionaria compresa tra lo 0,2 per cento delle quote e quasi il 20. Una condizione, quest’ultima, che è propria dell’amministrazione civica cagliaritana (Palazzo Bacaredda detiene il 18 per cento del capitale azionario) e grazie alla quale il Comune ha nominato il consigliere di amministrazione diventato poi presidente del Cda. Pietro Cadau, che del Municipio è l’ex direttore generale,
è però stato indicato dal precedente sindaco, Emilio Floris. Una poltrona,
quella di Cadau, che oggi vacilla e che in via Roma ancora non hanno deciso se far cadere oppure puntellare almeno fino al prossimo anno, scadenza naturale del mandato. Il primo cittadino del capoluogo, Massimo Zedda, che pure nella
giornata di mercoledì ha incontrato i colleghi dei principali Comuni isolani
(nonché massimi azionisti di Abbanoa) ha preferito non anticipare
la posizione che terrà questa mattina all’assemblea. Segno che quella della composizione del consiglio di amministrazione del gestore della rete è una questione non solo ancora completamente aperta ma anche
e soprattutto molto spinosa: una fuga in avanti (del neosindaco cagliaritano così come di qualunque altro primo cittadino) rischierebbe di scompaginare il delicato equilibrio
che in viale Trento stanno cercando di ricostituire. Anche rivedendo l’assetto del Cda e la presenza della Regione nel board di Abbanoa. Da quest ’oggi, alla fine dell’assemblea dei soci, tutto sarà più chiaro: anche le soluzioni per ripianare il debito della società.