GIOVEDÌ, 28 AGOSTO 2008
Pagina 1 - Cagliari
Accordo fatto tra Contship e le sei più grandi compagnie del transhipment mondiale
Otto nuove linee al porto canale, 800mila teu, fine della cigs e presto 80 assunzioni
Soru: «Questo contratto rimette in discussione il sistema dei trasporti» Milia: «Abbiamo lavorato per arrivare fin qui»
MAURO LISSIA
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CAGLIARI. Otto nuove linee, le sei più grandi compagnie del transhipment mondiale pronte a sbarcare al porto canale, dal quindici settembre tutti i duecento dipendenti della Cict richiamati al lavoro ed entro sei mesi ottanta assunzioni con sviluppi possibili a medio termine: Cecilia Batistello, presidente della concessionaria del porto industriale, è stata di parola. Ai gufi che suonavano le campane a morto su Macchiareddu ha risposto con un contratto che mette la Sardegna al centro del traffico container planetario.
Non sono parole ma programmi e numeri: 800 mila teu previsti (la Batistello si è tenuta bassa, ha parlato di 500-600 mila) subito decine e decine di navi giramondo in arrivo, sessanta nuove linee feeder. Cagliari supererà Gioia Tauro perchè sarà collegata con settanta porti internazionali (le cifre ufficiali parlano di sessantadue) fra cui quelli di Cina, Giappone, Malesia, Brasile, Taiwan, Norvegia e Corea. I trecentomila ettari di piazzali a ridosso di banchina, l’autentica ricchezza del porto canale cagliaritano, già in autunno saranno invasi dai contenitori. Nessuno, neppure il più ottimista dei sindacalisti, poteva sperare in una soluzione migliore per quella che veniva descritta da qualcuno come una crisi irreversibile del porto di Macchiareddu. Ma nei due incontri romani con Cgil, Cisl e Uil la presidente di Cict-Porto Canale Cecilia Batistello era stata chiarissima: è solo una pausa - aveva detto - i traffici torneranno su Cagliari. Ieri l’annuncio ufficiale dopo una convocazione urgente delle organizzazioni sindacali che aveva aperto subito le porte alla speranza: prima un incontro di circa mezz’ora col presidente della Regione Renato Soru, poi il tavolo in Confindustria con i rappresentanti sindacali, che sono usciti raggianti dalla sala riunioni. In tempi di tagli e di licenziamenti si tratta della classica boccata d’ossigeno, anche per le prospettive che l’accordo raggiunto dal gruppo Contship coi sei colossi del transhipment presuppone. Sei colossi - i giapponesi di Nyk, i tedeschi di Hapag Lloyd e di Hamburg sud, i coreani di Senator Line, i malesi di Misk e Ocl del gruppo Tung di Hong Kong - di cui due gestiranno due linee a testa per un totale di otto. Le compagnie hanno già ratificato l’accordo coi rispettivi governi per sei linee, per le ultime due - quelle di collegamento con paesi comunisti - lo faranno tra oggi e domani. Resta l’interrogativo sulla quota di azioni Cict lasciata libera da Maersk, l’operatore danese che ha soffocato per un anno e mezzo l’attività del porto industriale cagliaritano. Per ora è stata acquisita temporaneamente dal gruppo Contship ma verrà suddivisa secondo un successivo patto da sottoscrivere ai primi di settembre, quando il contratto diventerà operativo.
I lavoratori di Cict però sanno già quale sorte li attende: dal 15 settembre torneranno sulle banchine per preparare gli impianti all’arrivo dei container. Si sa che la tedesca Hapag Lloyd ha destinato sette navi a Cagliari per la seconda decade di settembre. Le altre compagnie si stanno muovendo. Questo significa - la Batistello l’ha confermato ai sindacalisti - che sarà indispensabile l’intera forza lavoro parcheggiata da due mesi in cassa integrazione straordinaria, compresi gli operatori dell’indotto. Presto serviranno nuove maestranze - ottanta assunzioni sono già nel taccuino di Cict-Contship per la primavera prossima - e in base ai risultati operativi dell’accordo la ‘grande alleanza’ costituita attorno alle banchine di Macchiareddu stabilirà le prossime strategie.
Resta da definire la volontà di accedere ai finanziamenti del piano di localizzazione, che dovrebbero servire a completare le attrezzature del porto: alla domanda dei sindacalisti la presidente di Cict ha risposto che c’è tempo fino al 31 dicembre per valutare anche quella soluzione.
In un incontro coi cronisti Renato Soru si è mostrato entusiasta dell’accordo, che «costituisce una svolta per i trasporti sardi» e che «rimette in discussione l’intero sistema». Soru ha parlato di costi più bassi per l’esportazione dei prodotti sardi e della possibilità - illustrata dalla Batistello - di trasferire negli altri porti del mondo centomila container carichi di produzioni isolane contro i 15 mila del passato. Per il governatore l’hub di Macchiareddu funzionerà d’ora in poi anche come attrazione d’impresa e garantirà costi competitivi nel commercio di materie prime, semilavorati e produzioni interne. Per il presidente del Casic (azionista di minoranza di Cict) Graziano Milia «quanto accaduto non è altro che la realizzazione di ciò per cui abbiamo lavorato per cinque mesi». Milia ha spiegato di «aver sempre avuto fiducia nel maggior azionista di Cict» e aggiunge che «il Casic ha fatto tutto il possibile per venire incontro ai dipendenti in questi ultimi mesi di difficoltà». Soddisfatti anche i sindacati: «Abbiamo sempre creduto in queste prospettive - ha detto il segretario della Cgil - e i fatti ci hanno dato ragione».