Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Movida La proposta anti-caos dei locali: città divisa in zone

Fonte: Sardegna Quotidiano
11 luglio 2011

Movida La proposta anti-caos dei locali: città divisa in zone

 «Cagliari città da abitare» o «Cagliari città da vivere»? È questa una delle questioni che la nuova amministrazione comunale sarà chiamata a risolvere sin da subito. Da una parte c'è chi vive nel centro storico e rivendica tranquillità e silenzio durante la notte per poter riposare, dall'altra chi invece vorrebbe sfruttare appieno le oppurtunità che la vita notturna può offrire. Un conflitto molto sentito in città: i cagliaritani sono consapevoli dell'importanza dell'intrattenimento per il futuro turistico del capoluogo ma al sonno non possono e non vogliono proprio rinunciare.

DIETRO I BANCONI I proprietari dei locali sono visti da molti come i colpevoli delle troppe notti in bianco, ma sono i primi a desiderare che la situazione si risolva. «Noi vorremmo che ci si sedesse attorno a un tavolo per trovare un compromesso - dice Emanuele Frongia, della Confesercenti di Cagliari -. Comprendiamo le esigenze degli abitanti del centro, ma vogliamo evidenziare anche quegli aspetti che purtroppo, forse anche a causa del muro contro muro, non vengono adeguatamente sottolineati. Cioè che i locali sono una risorsa. Detto questo servono nuove regole, chiare decise in accordo tra tutti e fatte rispettare con fermezza: sediamoci, confrontiamoci, collaboriamo per trovare una soluzione che accontenti tutti». «Se vogliamo una città turisitica ognuno deve fare la sua parte», incalza Franco Fozzi, vicepresidente di Confcommercio: «Abbiamo già pronta la proposta di un piano di sviluppo per aree che proporremo al sindaco Zedda al prossimo tavolo di confronto». L'idea è quella di dividere la città in zone, in modo da poter differenziare l'offerta dei tanti locali che ci sono in città. «Al Poetto, ad esempio - spiega Fozzi - si potrebbe concedere una maggiore libertà sulla musica dal vivo rispetto al centro dove si dovrebbe prediligere un altro tipo di intrattenimento. A chi vive nel cuore della città voglio ricordare che i locali possono diventare un volano, una fonte di sviluppo e una opportunità per tutti. Quartieri come Castello, che lentamente ha visto scomparire la posta, le banche e i negozi, hanno bisogno dei locali per ritornare a crescere. Perché crescita significa più servizi, una maggiore sicurezza e un aumento del valore immobiliare delle abitazioni».

PER LE STRADE DEI RIONI Ma il disturbo causato direttamente da bar e pub notturni è solo una delle questioni sollevate dai cittadini del centro, che si lamentano con forza soprattutto del disagio causato da chi, uscito dal locale ubriaco, si lascia andare a comportamenti inaccettabili. Un punto sul quale i proprietari dei locali non si ritengono responsabili e chiamano in causa la forza pubblica. «La maggior parte delle segnalazioni arrivano proprio per ciò che accade all'esterno dei locali, in misura maggiore dalla zona di via Mameli, da viale Trieste e da piazza Yenne», conferma Mario Delogu, comandante della polizia municipale: «Abbiamo delle pattuglie attive anche nel fine settimana, ma rispetto ai tanti esercizi disseminati per la città rimaniamo comunque in pochi». Il numero delle lamentele è costante durante tutto l'anno. «Durante l'estate arrivano segnalazioni anche dalla periferia, mentre d'inverno soprattutto dal centro storico », continua Delogu. «C'è da dire che non sempre ciò che viene percepito come un disturbo eccessivo corrisponde ad un'infrazione: a seconda dell'acustica può infastidire anche il semplice camminare o parlare, come nelle stradine di Castello». Il problema è attuale e difficile da affrontare, ma dall'assessorato al Turismo del Comune, per ora, non arrivano risposte. Il neoeletto sindaco dovrà trovare una soluzione rapidamente se non vuole rischiare già da subito un conflitto tra due delle Cagliari alle quali ha rivolto la sua campagna elettorale.

Michele Salis