Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quella spiaggia bianca abbandonata

Fonte: L'Unione Sarda
11 luglio 2011

SANT'ELIA. Proteste a “Diga beach”, tra acque cristalline, alghe, immondizia e topi

 


Vedi la foto Tintarella tra alghe, rifiuti e merdone a Sant'Elia. La Spiaggetta della diga, o Diga beach come la chiamano i residenti del borgo, è in stato di completo abbandono e i numerosi bagnanti che quotidianamente la frequentano sono costretti ad armarsi di guanti e rastrelli per cercare di preservarla, vista la totale assenza delle istituzioni.
ACQUA CRISTALLINA, SABBIA BIANCA L'acqua è trasparente e attira estimatori da ogni parte della città. Anche la sabbia è bella. Bianca come quella del Poetto prima del ripascimento. Una rarità in una città ormai assuefatta al grigio. Peccato che i granelli fini e candidi non si vedano, in quanto nascosti sotto quintali di alghe marroni, ormai in decomposizione sotto il sole, che i bagnanti hanno tentato di spalare e spostare ai lati.
Il panorama retrostante è desolante: c'è il Capannone Nervi semidiroccato e fioccano le discariche abusive tra l'erba ingiallita che cresce ad altezza d'uomo in cui proliferano ratti, pulci e zecche.
DISCARICA SULLA SPIAGGIA Sull'arenile ci sono cicche, pezzi di eternit, bottiglie, cartacce. «Uno schifo», tuona Raffaele Mannai, 62 anni, presidente del Centro anziani di via Schiavazzi, «se fosse pulita, la Spiaggia della diga sarebbe un angolo di paradiso, invece è abbandonata a sé stessa».
NESSUN SERVIZIONÉ BAGNINI Mancano tutti i servizi. «Non c'è un punto di ristoro e nemmeno il bagnino. Sono tante le persone che la frequentano, famiglie con bambini e anziani del borgo che la raggiungono a piedi, eppure nessuno si preoccupa del decoro». Solo alcuni bagnanti volenterosi provano a strapparla al degrado. «Per due domeniche consecutive abbiamo cercato di ripulirla», riferisce Chiara Serra, 58 anni, residente in piazza Falchi, «ma è chiaro che ci vorrebbe ben altro intervento, soprattutto contro le alghe». Alcuni bagnanti ecologici si sarebbero portati a casa sacchi dell'immondezza ricolmi di alghe (è vietato) con l'obiettivo di utilizzarle come concime naturale per il giardino. Altri si sono concentrati sulla sabbia, raccogliendo con la pala quella che era finita in strada e rigettandola poi in spiaggia.
APPELLO AL COMUNE «Sono anni che frequento Diga beach», si presenta Filippo Filippi, cagliaritano di 51 anni, «ci vengo d'estate e anche d'inverno. È bellissima, ma è evidente che dovrebbe essere tenuta meglio».
TURISTI AMMIRATI E DELUSI Nei giorni scorsi un gruppo di turisti, finiti lì per caso, ha esaltato la bellezza del posto. «Passeggiavamo dal porticciolo di Sant'Elmo e ci siamo arrivati senza volerlo. Questa spiaggia è bellissima ed è un posto che non ti aspetti, lontano dai circuiti normali, un episodio. Peccato che sia sporca», racconta Alessandro Pulcrano, torinese in vacanza in città. Che aggiunge: «Noi posti così ce li sogniamo, se li avessimo li terremmo come gioielli».
L'unico segno di vita del Comune è l'istallazione (due sabati fa) dei cestini porta rifiuti differenziati. La nuova postazione brilla al sole tra le erbacce e le discariche. Una vista paradossale. (p.l.)