LIRICO
Conti in rosso, assunzioni poco trasparenti e nessun piano industriale per rilanciare il Teatro Lirico. A pochi giorni dall’approvazione del bilancio 2010, che ha certificato un passivo da 24 milioni di euro, i sindacati tornano a farsi sentire per bocciare i primi mesi
di lavoro del sovrintendente Gennaro Di Benedetto e chiedere un incontro urgente al cda dell’ente. Compatti, Cgil, Cisl, Uil, Css, Snater, Ubs e Fials denunciano che la grave situazione debitoria non giustifica lo stallo di questi mesi. «Nessun segnale innovativo, nessuna gestione manageriale, nessuna ricerca di finanziamenti, nessun impegno per la valorizzazione delle risorse interne del Teatro, che se ben impiegate potrebbero produrre risparmi da investire nella programmazione », scrivono le segreterie in una
lettera a Massimo Zedda, sindaco di Cagliari e presidente della Fondazione.
Per ora nessuno dei sindacati ha potuto analizzare il bilancio appena approvato, le indiscrezioni degli ultimi giorni e le ultime decisioni però non lasciano tranquilli. Sotto accusa le assunzioni di alcuni precari senza il rispetto delle graduatorie di anzianità
nel settore amministrativo, il mancato rispetto degli accordi sul premio di produzione e il fatto che la biglietteria sia ancora in appalto al Box Office. E non rassicura la programmazione. «Sarà una stagione che propone delle opere con scenografie minimaliste, ma solo negli allestimenti e non nei costi, un decentramento che appare la solita minestra riscaldata, preparata senza coinvolgere i diretti responsabili e senza tener conto dei punti del Fus e dell’attenzione del principale sostenitore, la Regione, che finanzia il Teatrom », denunciano ancora i sindacati.
La richiesta di un incontro urgente alla dirigenza è stata inoltrata. «Speriamo che ci facciano sapere al più presto, siamo pronti ad un confronto - spiega Cristiano Barrovecchio del sindacato Snater, ricordando che il periodo di prova del sovrintendente sta per scadere - Il debito c’è non possiamo nasconderlo, noi ci aspettavamo comunque un piano industriale per rilanciare il teatro».
Paola Pilia