Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Troppo caro il suolo pubblico

Fonte: La Nuova Sardegna
7 luglio 2011



I ristoratori: «Così addio ai tavolini all’aperto»




PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Fregola, filetto d’orata, contorno e sorbetto, dai 15 ai 20 euro nei ristorantini all’aperto del rione Marina: questi i menù turistici, ma potrebbero non bastare per coprire le spese delle concessioni stagionali del suolo pubblico. Secondo diversi operatori il costo del suolo del quartiere Marina risulta troppo caro e avvertono: se i tavolini all’aperto diventano un peso, siamo pronti a farne a meno. Con Marina pedonalizzata sono spuntati a ogni angolo i tavolini dei bar e dei ristoranti, ma le aliquote ereditate dalla precedente amministrazione comunale sono considerate «esose» tanto che in qualche caso minacciano di annullare i guadagni estivi degli esercenti. Il consigliere comunale Giorgio Cugusi (Sel) precisa che «in questo momento bisogna soprattutto incentivare e sostenere le attività nei punti cardine per il turismo come Marina. Spesso, invece, quando un esercente prende in concessione una porzione di suolo pubblico spende come per un locale commerciale in affitto». Come accade per Tarcisio Mundula, proprietario dello storico ristorante Italia di via Sardegna, che racconta che «60 metri quadri in concessione per sei mesi, sono costati 4.800 euro: eccessivo e non sostenibile neppure per un’attività come la nostra che assicura fino a 20 posti di lavoro».
Oggi nel quartiere Marina sono attive tra le 40 e le 50 attività tra bar, ristoranti e gastronomie varie, che da maggio a ottobre aumentano il loro giro d’affari grazie al turismo. Ma quello che viene considerato un «pesante balzello» rischia di far retrocedere più di un titolare che ha scommesso sulla vocazione turistica della zona. Alberto Melis, ad esempio, proprietario di un ristorante a Marina e di uno in Germania, assicura che «a Cagliari i canoni per il suolo pubblico sono molto cari anche per gli standard europei e la mancanza di pulizia delle strade». Cugusi sottolinea che bisognerebbe trasformare le concessioni da temporanee ad annuali, in modo da favorire la responsabilizzazione degli esercenti. In questo modo gli operatori avrebbero la possibilità di sfruttare in più occasioni il suolo pubblico ed essere invogliati a a prendersi una cura maggiore delle vie del centro.