Il consigliere del Pdl Farris
Vedi la foto Il ricorso presentato al Tar da un gruppo di otto candidati del centrodestra, è una «spada di Damocle» per il sindaco Zedda. Secondo il consigliere del Pdl Giuseppe Farris, «l'attività politica non potrà non essere condizionata da questo ricorso, che è solido e poggia su elementi giuridici e giurisprudenziali solidi. Ma soprattutto su elementi logici: attribuire la maggioranza al centrosinistra, in queste condizioni, significa negare in radice l'essenza del voto disgiunto».
Nel centrosinistra probabilmente faranno opposizione i consiglieri eletti grazie all'attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione guidata da Zedda. «Non sarà una scelta del Partito», sottolinea il segretario cittadino del Pd Yuri Marcialis.
Il ricorso proposto dagli avvocati Tomaso Edoardo Frosini e Paola Perisi, per conto di Giorgio Adamo, Alessandro Balletto, Francesco Fiori, Gianfranco Mariano Lancioni e Marco Naseddu, chiede l'annullamento del «verbale delle operazioni elettorali dell'Ufficio centrale elettorale».
I motivi: la Commissione avrebbe applicato erroneamente l'articolo 73, comma 10 del testo unico sugli Enti locali. Per gli avvocati dei candidati, un aspetto centrale è ricoperto dal voto disgiunto e dal concetto di «voti validi».
La commissione presieduta dal giudice Simone Nespoli ha ritenuto, recependo alcune sentenze del Consiglio di Stato, di considerare nel conto anche le preferenze date ai candidati sindaci. In questa maniera il centrodestra, che aveva superato il 53 per cento dei voti di preferenza per le liste, è sceso sotto la soglia del 50 per cento, vedendo sfumare così la possibilità di avere il premio di maggioranza.
Il ricorso cita invece alcune sentenze del Consiglio di Stato che andrebbero in direzione opposta. Una questione controversa, che ha monopolizzato il dibattito nei giorni del ballottaggio.
Gli avvocati Frosini e Perisi chiedono anche che, in via subordinata (cioè se il ricorso non venisse accolto) «venga sollevata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 73, comma 10 del Testo unico, nella parte riferita alla locuzione “il 50 per cento dei voti validi”». ( m.r. )