Lo stanziamento previsto dalla Regione per il rilancio dell’ecosistema e della produzione del sale
Vertice con La Spisa dei Comuni del Consorzio di gestione del parco
Previsti interventi di recupero anche sui beni immobiliari
CAGLIARI. Venti milioni di euro per il parco di Molentargius e delle saline sono stati messi sul piatto dalla Regione. Altri diciassette e mezzo arriveranno da altri fondi pubblici e privati. Ieri l’assessore regionale alla Programmazione Giorgio La Spisa ha incontrato i componenti del Consorzio di gestione dell’area umida per fare il punto sull’intervento che dovrebbe portare alla stipula del programma quadro per il rilancio del compendio.
«L’intervento della Regione - ha spiegato La Spisa - è finalizzato a valorizzare al massimo un compendio naturalistico di straordinario valore, che può avere importantissime ricadute per l’intera area vasta». Tutti i rappresentanti istituzionali - di Cagliari, Quartu, Selargius, Monserrato e della Provincia - che hanno preso parte all’incontro tenuto nell’assessorato alla Programmazione, hanno approvato l’intervento.
Undici milioni andranno al miglioramento dell’ecosistema. L’area di Molentargius è infatti un sistema idraulico, realizzato - nella forma in cui lo vediamo oggi - negli anni Trenta del secolo scorso. Nel Sessanta-Settanta, invece e in parallelo all’aumento dell’urbanizzazione dell’hinterland, gli scarichi contribuirono a formare quella che viene chiamata Bellarosa Minore. E molta avifauna vi trovò asilo. Ma l’afflusso incontrollato di inquinamento determinò un tracollo del sistema e nell’Ottanta le saline vennero chiuse. Nell’88 il Parlamento finanziò un intervento di riqualificazione con 120 miliardi di vecchie lire. Ora il compendio è risanato ed è stato costituito il Consorzio di gestione.
La situazione è notevolmente migliorata come dimostrano le numerose nidificazione dei fenicotteri rosa. Ma e come affermato dagli ambientalisti, il rilancio vero può essere fatto solo se viene riavviata la produzione del sale, condizione indispensabile per il corretto funzionamento del sistema idraulico: dosaggio dell’entrata dell’acqua di mare nel Bellarosa Maggiore e successivo pompaggio nelle vasche salanti. Determinante anche il riutilizzo in favore del parco del patrimonio immobiliare che tra palazzine degli ex dipendenti, direzione, officine, magazzini ecc. rappresenta un patrimonio invidiabile. Infatti nel progetto presentato ieri ai sindaci e alla Provincia dall’assessore La Spisa, sono previsti anche interventi per rimettere in moto la produzione e il recupero degli immobili. In particolare una parte di questi ultimi potrebbe essere utilizzata per iniziative collaterali all’industria del sale, come la talassoterapia (su cui a suo tempo è stato fatto anche uno studio di fattibilità). Uno dei problemi da definire riguarda la gestione. L’ipotesi più probabile è quella di un avvio della gestione delle saline da parte del Consorzio del parco, per poi passare a un privato sulla base di un bando pubblico.
Ora, coi finanziamenti, la scommesa del rilancio è realmente possibile.