Deputato per 4 legislature e autore di un saggio sul banditismo
Morto a Roma l'ex parlamentare del Pci
I casi della vita. «Ricordo che nel 1938, in pieno Fascismo, il Corriere dello Sport dedicò tutta la prima pagina alla famiglia Pirastu, descrivendola come esempio di dedizione alle attività sportive», racconta Emanuele Sanna. E Ignazio Pirastu, Nuccio per i compagni di partito, non era certo un sostenitore del Duce: per anni dirigente del Pci di Nuoro e parlamentare, sempre per la Falce e Martello, per svariate legislature. Insegnante, politico di lunghissimo corso, nato novant'anni fa a Tortolì, Pirastu è morto venerdì a Roma.
LA CARRIERA Esordì in Parlamento nel 1953, impegnandosi nelle battaglie sociali ed economiche per la rinascita della Sardegna. Iscritto al Pci dal 1944, laurea in Storia e Filosofia, fu rieletto sempre alla Camera dei Deputati nel 1958, nel 1963 e nel 1968. Nel 1972 si presentò al Senato. All'inizio degli anni Settanta fu alla guida, da vicepresidente, della commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della criminalità in Sardegna. Ancora oggi quei documenti di lavoro rappresentano un importante materiale di conoscenza del tessuto sociale ed economico dell'Isola. Al fenomeno, Pirastu dedicò anche il saggio «Il banditismo in Sardegna». Tra le battaglie condotte nella sua Regione, la difesa dei terreni espropriati dalla Nato per la costruzione di basi missilistiche. Alla fine dell'attività parlamentare, Pirastu (fratello di Luigi, anche lui parlamentare del Pci) divenne responsabile del Dipartimento per i problemi dello Sport nella Direzione del Partito comunista. Nel 1981, fu nominato consigliere di amministrazione della Rai.
IL RICORDO «Ho reagito alla notizia della morte di Nuccio con grande tristezza, perché con lui si sta estinguendo una delle grandi famiglie sarde», dice Emanuele Sanna. «È sempre stato molto attivo, anche dopo la lunga parentesi in Parlamento. Quando io sono stato presidente del Consiglio regionale, ho ricevuto centinaia di telefonate da parte sua: era sempre prodigo di consigli e attenzioni. Mise a disposizione delle nuove leve la sua esperienza».
Negli archivi della Camera dei Deputati conservano ancora la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Pirastu, «per il reato di cui all'articolo 59 del regio decreto 8 dicembre 1933». Niente di grave: come raccontano gli atti, Pirastu venne fermato a Sestu dalla Polizia stradale, a bordo della sua Fiat 1400, «col faro destro spento e la targa di immatricolazione non illuminata». Erano proprio altri tempi.