Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Via le scatole cinesi, costano troppo»

Fonte: La Nuova Sardegna
27 agosto 2008

MERCOLEDÌ, 27 AGOSTO 2008

Pagina 1 - Cagliari

LA REPLICA


Il direttore del teatro: «Sede a casa mia? No, soltanto di passaggio»






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CAGLIARI. Ma il direttore amministrativo Vincenzo Caldo nega decisamente: «Ma quale sede a casa mia? E’ stato un momento di passaggio, ora la sede si trova nello studio del tributarista Pirri, in via Scano. Avevo offerto il mio indirizzo soltanto perchè nessuno dei soci era disponibile».
- Comunque il rapporto Fondazione-Le Biglietterie srl è stato piuttosto diretto...
«Le scatole cinesi le abbiamo ereditate dalla precedente gestione del teatro e rappresentano un costo pesante. Per Le Biglietterie abbiamo speso 300 mila euro all’anno, di cui tre quarti solo per il personale. Se assumessimo i sei dipendenti in teatro il risparmio sarebbe di 100 mila euro...».
- Allora perchè non vengono assunti?
«Perchè la legge ce lo impedisce. Pur di chiudere il rapporto con quella società avevamo proposto a tutti un contratto di trentasei mesi, ma i ragazzi hanno rifiutato. Poi abbiamo ricevuto la notifica del ricorso al giudice del lavoro».
- Quindi la chiusura del rapporto è stata una ritorsione.
«Noi non facciamo la guerra a nessuno, i conti dimostrano che lavoriamo soltanto per gli interessi del teatro. Poi è chiaro che non ci piace stare sotto ricatto».
- Potrebbe essere il tribunale a imporvi l’assunzione dei sei licenziati.
«Se sarà così li assumeremo, intanto non ci sottraiamo al confronto. La prossima settimana incontreremo i sindacati e discuteremo su tutto, come sempre».
- Nel frattempo chi curerà la biglietteria del teatro?
«Quattro giovani laureati, che hanno frequentato un master per il turismo, cagliaritani. Risparmieremo 50 mila euro».
- Non le sembra un’anomalia, cacciare sei persone che lavorano per il teatro da nove anni e prenderne quattro nuove?
«Sarà un rapporto temporaneo con una società di servizi, nel frattempo si vedrà di fare chiarezza».
- La Kassiopea?
«Stiamo valutando, non abbiamo ancora deciso».
- Ha appena fornito l’identikit professionale dei nuovi addetti al botteghino...
«Abbiamo in mano i curricula, vedremo».
- I sei licenziati hanno lavorato al di sotto delle attese?
«C’è una lettera raccomandata, spedita all’amministratore della Biglietterie, in cui ci lamentiamo per il calo degli abbonamenti. Sì, non eravamo soddisfatti. Ma il punto non è questo».
- E qual è?
«E’ che le scatole cinesi non ci sono mai piaciute, sono un costo evitabile. Sono andate avanti fino ad oggi soltanto perchè c’era il personale da salvaguardare, ma poi... Comunque ne avevamo annunciato la chiusura già nel piano di risanamento presentato al ministero, ora lo faremo».
- Per adesso sembra che debba sparire solo la società della biglietteria...
«No, guardi, saranno chiuse tutte, gliel’assicuro. Saranno sciolte, basta con le scatole cinesi. E i risultati di bilancio raggiunti dimostrano che le decisioni assunte da questa gestione sono state produttive. In tre anni abbiamo ridotto drasticamente il debito patrimoniale di 25 milioni ereditato dalla precedente gestione, quando arriveremo alla fine del mandato di quel debito non resterà un euro». (m.l)