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Tuvixeddu è un bene che fa parte dell'identità dei sardi, «unico al mondo», dunque «se la nostra storia è un valore, non può esistere un parco archeologico di questa importanza incastrato in un quartiere di elite». Ne è convinta Claudia Zuncheddu, consigliere comunale del Psd'Az, che nella polemica in corso tra Regione e Comune sul futuro del colle interviene a piedi uniti contro maggioranza cittadina e impresa costruttrice: «Non ci si può appropriare di un bene con la connivenza di un apparato statale. Si deve rigorosamente vincolare tutto e trovare un accordo con l'impresa proponendole altre aree su cui edificare. Il Comune, se vuole dare davvero un valore allo slogan Cagliari capitale del Mediterraneo, con la necropoli ha una grande opportunità».
Opinione condivisa da Marco Espa, consigliere regionale del Pd, per il quale «Tuvixeddu è un bene che non ha colori: non è di destra né di sinistra, è di tutti i cagliaritani». Bene dunque «ha fatto la Regione a portare il tema al centro dell'attenzione. Gli imprenditori hanno un interesse legittimo, ma è giusto salvaguardare il sito più importante del Mediterraneo. Anche con eventuali risarcimenti. Bisogna trovare un accordo e tirare fuori il colle dal dibattito partitico».
E poi, come spiega Claudio Cugusi (consigliere comunale di Rifondazione), anche se ci sono stati «tanti atti amministrativi e giudiziari» che ormai «i cagliaritani non capiscono più come stanno le cose, perché si perdono i torti e le ragioni, Cualbu sbaglia a parlare di ricatto: non è linguaggio che si usa tra imprenditori e pubblica amministrazione. La soluzione non passa attraverso scontri all'arma bianca ma con il dialogo. È più importante salvare la necropoli: bisogna indennizzare l'imprenditore, in parte con aree edificabili che generino lavoro stabile». (an. m.)