Terremoto alla Regione, ora il centrodestra rischia il crollo definitivo
CAGLIARI. Un vento e un terremoto. Dopo Olbia, il centrodestra sardo è crollato a Cagliari, la seconda roccaforte isolane della politica berlusconiana. Il capoluogo sardo è passato a un centrosinistra che, grazie soprattutto a Sel ma anche al rilancio del Pd, ha puntato decisamente sul rinnovamento e ha così potuto scoprire un giovane leader come Massimo Zedda: nell’isola la vittoria dei volti nuovi e comunque dell’opposizione nazionale e regionale è stata netta come nel resto d’Italia. La scossa può ora travolgere persino la giunta di Ugo Cappellacci.
Un 6-1 come a livello nazionale. Vincendo a Cagliari con Massimo Zedda (Sel) e a Sinnai con Barbara Pusceddu (Pd), il centrosinistra, nelle sette città isolane in cui si è votato, ha battuto con un punteggio tennistico il centrodestra, che ieri, a Iglesias con Luigi Perseu (Udc), ha centrato il punto della bandiera. Nel primo turno c’erano già state le vittorie di Olbia, Carbonia, Capoterra e Monserrato. Anche a livello nazionale, calcolando le sette città capoluogo di Regione, il centrosinistra ha vinto per 6-1. E a conferma dell’andamento univoco di questa tornata elettorale, il centrosinistra sardo e quello nazionale venivano entrambe da un vantaggio di 4-3 nelle precedenti consultazioni.
Nel centrosinistra avanza Sel. La straripante vittoria di Massimo Zedda a Cagliari e il bel risultato di Marta Testa (sconfitta di misura a Iglesias) sono le grandi novità politiche di questi ballottaggi dopo un primo turno dominato dal successo di Gianni Giovannelli a Olbia. Zedda e Testa avevano vinte le primarie presentandosi non certo come favoriti e si erano presentati alle elezioni vere senza essere circondati da grande fiducia nella stessa coalizione. Quando si è poi capito che il vento stava girando in tutto il Paese, il centrosinistra ha scoperto che era stato una fortuna poter puntare su nomi e su volti freschi. Su rinnovamento i vendoliani hanno dato una lezione a tutti e non a caso la loro è stata l’unica lista premiata dalla coalizione nelle votazioni del primo turno.
Zedda trascina il cambiamento. L’exploit del nuovo sindaco di Cagliari è un fenomeno che ha fatto improvvisamente invecchiare non solo il buon Massimo Fantola, che aveva costruito tutta la sua esperienza politica sul cambiamento del sistema, ma anche la classe dirigente del centrosinistra. Il rinnovamento sarà ora un obbligo inarrestabile e i partiti già ieri si interrogavano sull’esigenza di valorizzare altre energie.
Il Pd tiene, ma solo con le novità. Sel è stato l’unico partito del centrosinistra a guadagnare consensi in questa competizione elettorale, ma il Pd non ne è uscito certo sconfitto. Anzi. Al primo turno ha eletto i sindaci di Carbonia, Capoterra e Monserrato e ieri quello di Sinnai: in tutti i casi nomi e volti nuovi e freschi, in linea, quindi, con l’indirizzo che era stato dato dalle primarie di Cagliari, quando si era capito - come a Milano - che l’umore degli elettori stava cambiando.
Nuova batosta per Cappellacci. Si sapeva che queste elezioni erano un test nazionale ma anche un test regionale. E la maggioranza sarda ne è uscita a pezzi. Per il governatore è un nuovo passo falso. Dopo le trionfali elezioni regionali del 2009, la coalizione capeggiata regionalmente da Cappellacci ha collezionato la sconfitta alle elezioni Provinciali del 2010, vincendo solo a Oristano e Olbia-Tempio. C’è già chi prevede che la legislatura regionale non durerà sino alla conclusione naturale: i centristi e i sardisti sono sempre più in rotta di collisione con il Pdl e nello stesso partito di maggioranza relativa il declino di Berlusconi sta facendo riesplodere vecchie faide tra i suoi peones. Se ci sarà la crisi del governo del Cavaliere, potrebbe mettersi male anche per Cappellacci, perché un eventuale appuntamento elettorale costringerebbe il «terzo polo» a presentarsi compatto in tutto il Paese e a quel punto l’Udc sardo non potrebbe restare in giunta con il Pdl.
Nel centrodestra vince solo l’Udc. Come s’è dettp, l’unica vittoria della maggioranza regionale è stata registrata a Iglesias, la città dove l’Udc del potente assessore Giorgio Oppi ha il 40 per cento dei consensi. L’elezione di Perseu ha probabilmente salvato Cappellacci perché consente all’Udc di non precipitare nella riflessione sui rapporti con il Pdl. Già nei giorni scorsi Oppi si era detto soddisfatto del risultato elettorale del suo partito (cresciuto nel’isola del 39 per cento) e quindi non ha ora motivo per mettere in crisi la giunta regionale. Ma sa anche che il dato nazionaloe potrebbe travolgere Berlusconi e a quel punto a decidere lo strappo nell’isola saranno altre ragioni.
I riformatori vendicheranno Fantola. Il punto debole della maggioranza di centrodestra alla Regione sono ora i Riformatori. La pesante sconfitta del loro leader riconosciuto, Massimo Fantola, non sarà facile da digerire. Il Pdl aveva assicurato un impegno straordinario nel ballottaggio, ma Fantola, che aveva ottenuto appena 41mila voti dei 45mila voti della coalizione, nel secondo turno ne ha persi altri 7mila. Mentre Zedda ne ha guadagnati 8mila. In Consiglio regionale i rapporti tra Pdl e Riformatori sono da tempo molto tesi (è scontro aperto, ad esempio, sulla riforma sanitaria) e probabilmente alla prima occasione potrebbero peggiorare anche i rapporti in giunta. Ora i big dei Riformatori negano, ma ambienti della presidenza sostengono che Cappellacci, che con un improvviso dinamismo stava cercando il rilancio, sia molto preoccupato.