Batosta di proporzioni incredibili: si dissolve la coalizione che ha governato per 17 anni
CAGLIARI. Testa-a-testa? No. Una Caporetto. Per il centrodestra e per Massimo Fantola. La sconfitta è ancor più pesante dei numeri, racconta di una coalizione che ha governato per diciassette anni la città passando vincente per elezioni regionali e politiche, praticamente liquefatta. Non c’è stato bisgono di aspettare le prime sezioni per intuire che quella che stava arrivando era una valanga di voti ai danni di Fantola. E il primo a intuire che qualcosa di strano stava accadendo è stato lo stesso Zedda, nella breve pausa pranzo in piazza Costituzione.
«Abbiamo monitorato il dato dell’affluenza seggio per seggio. Dove due settimane fa aveva vinto Fantola l’affluenza è in calo. In quelli dove ho vinto io, il numero dei votanti è stabile. Forse vuol dire qualcosa». Prudente Zedda, lo è sempre stato, e se non altro per scaramanzia si è rifiutato di dare il vero significato di quei numeri. Quel “qualcosa” era in realtà la valanga di voti che ha sommerso le residue speranze di Fantola. Quindici giorni fa, con più di 97mila votanti, Fantola e Zedda erano separati da poche centinaia di voti, 41860 contro 42271. Adesso con 85mila votanti, undicimila in meno, Fantola si è fermato a 34mila voti e Zedda ha superato quota cinquantamila. Perché Fantola ha perso tra i due turni oltre 6mila voti? Non tutti possono essere spiegati con la ridotta partecipazione al voto, che ha sì penalizzato Fantola, ma non in maniera univoca. È probabile che l’astensione maggiore sia da attribuire per un quarto a Zedda e per il resto a Fantola: il primo ha ridotto il suo bacino elettorale potenziale di 3mila voti, l’altro di novemila. Solo che Zedda ha conquistato elettori potenziali che al primo turno avevano votato per l’avversario; operazione inversa per Fantola, che ha perso senza rete.
La differenza con l’exploit di Zedda è ancora più impressionante se si confrontano i due turni. Il neo-sindaco ha preso comunque ottomila voto in più pur con la minor partecipazione al voto. È questa la conferma che hanno votato Zedda anche molti elettori che al primo turno magari avevano espresso la loro preferenza per le liste del centrodestra, se non addirittura per lo stesso rivale. Il crollo di Fantola è stato equamente distribuito in tutta la città. Sono solo 17 le sezioni dove è prevalso l’ex senatore, nelle altre 158, su un totale di 175, non c’è stata storia. Neppure in quartieri che la statistica e il passato attribuivano in maniera netta al centrodestra c’è stata gara. Zedda ha battuto l’avversario con scarti superiori ai 100 voti in quasi tutte, in alcuni casi ha quasi triplicato i consensi.
A Fantola sono andate 3 sezioni su 4 nel rione di Sant’Elia, 6 a San Michele, 2 al quartiere Cep, altrettante in zone ritenute di destra (Istituto Dettori e Genneruxi), nelle strutture ospedaliere (Casa di Cura S’Antonio e Brotzu, poche decine di voti in questi casi). Ma anche la vittoria di Fantola in questi seggi non deve trarre in inganno. Nelle sezioni Sant’Elia e San Michele, naturale serbatoio di voti per i maggiorenti del Pdl, pur se quartieri estremamente popolari e degradati, Fantola ha vinto per pochissimi voti, qualche decina. Zedda ha tenuto anche lì, dove gli allarmi sui possibili consensi comprati e venduti, ritornello costantemente presente da decenni, si sciolgono di fronte a dati che uniformemente danno Zedda in vantaggio.
La sconfitta di Fantola è ancora più bruciante considerando i voti al primo turno per le liste che lo hanno sostenuto. Pdl, Udc e Riformatori hanno raccattato poco più di 30mila preferenze; se si aggiungono i consensi del Centro Giovani, lista satellite del Pdl e quelli del Patto per Cagliari, che in teoria doveva dare quella spinta in più per portare Fantola a Palazzo Civico, si arriva a poco meno di 37mila prefernze. Ebbene, questi 37mila elettori apparentemente sicuri, che hanno indicato con la preferenza l’appartenenza diretta allo schieramento di Fantola, si sono ridotti a poco più di 34mila. Di converso Zedda è cresciuto ancor più rispetto al risultato già entusiasmante del primo turno.
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