Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, Coimpresa ha annunciato la riapertura del cantiere
Lunedì Nuova Iniziative Coimpresa riaprirà i cantieri a Tuvixeddu. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato definitivamente i vincoli che la Regione aveva posto sul colle di Tuvixeddu, gli operai sono pronti a tornare a lavoro. La giunta regionale però non ci sta e chiede, attraverso l'assessore ai Beni Culturali, l'intervento del ministro Bondi.
IL CANTIERE Giuseppe Cualbu annuncia che da lunedì il cantiere tornerà in vita: «Avremmo potuto farlo dal giorno della sentenza del Tar», ricorda, «ma abbiamo atteso anche la sentenza del Consiglio di Stato per lasciare tranquilli i giudici. Ora si riparte per cercare di portare avanti il progetto. Gli operai che più di due anni fa stavano lavorando per noi verranno reintegrati, anche se molti, per fortuna loro, hanno trovato un altro posto». La lunga battaglia legale ha portato inevitabili ricadute negative: «Le banche», commenta Cualbu, «viste le continue minacce della Regione di imporre nuovi blocchi sono titubanti nel confermare la copertura finanziaria».
LA LETTERA Intanto l'assessore regionale dei Beni Culturali, Maria Antonietta Mongiu, si è rivolta al ministro Bondi con una lettera «per scongiurare il rischio che l'inestimabile valore storico, archeologico, paesaggistico e simbolico di tale luogo sia compromesso per sempre». L'assessore chiede al ministro che «provveda in via d'urgenza a definire provvedimenti cautelativi e di salvaguardia che tutelino il sito ed i beni archeologici rientranti tra quelli previsti all'articolo 136 del Codice Urbani». Nella è evidenziato il rinvenimento nell'area di oltre mille sepolture negli ultimi dieci anni e le implicazioni archeologiche, paleontologiche, paesaggistiche che ne derivano «tali da giustificare l'imposizione di un nuovo vincolo». Il clima di proficua cooperazione fra Stato e Regioni per la tutela del patrimonio culturale e per la conservazione e la valorizzazione del paesaggio - è detto in una nota della Regione - fa ben sperare sul positivo esito di tale appello. Lo stesso sottosegretario Giuseppe Pizza, in risposta ad un'interrogazione parlamentare, ha di recente fornito ampie assicurazioni in merito, richiamando l'impugnazione della pronuncia del Tar, avversa alla Regione Sardegna, «anche e soprattutto dal Ministero per i beni e le attività culturali che si è costituito con memorie motivate, molto articolate e dettagliate» per ribadire la necessità di un più ampio vincolo.
LA REPLICA Nuova Iniziative Coimpresa preferisce basarsi sugli atti del Tar e del Consiglio di Stato: «Le carte parlano chiaro. Inoltre», conclude Cualbu, «vorremmo ricordare all'assessore che non ci sono sepolture archeologiche fuori dall'area vincolata». (m. v.)
23/08/2008