L’affluenza alle urne Cagliari 41,6% (-6,6%) Iglesias 45,8% (-7,1%) Sinnai 44,6% (-9,9%)
CAGLIARI. Meno 6,6 per cento a Cagliari, meno 7,1 a Iglesias, meno 9,9 a Sinnai. Affluenza in netto calo anche in Sardegna nella prima giornata di votazioni per i ballottaggi. Si vota anche oggi, dalle 7 alle 15, in un clima di grande incertezza politica. Le maggiori attenzione sono concentrate sul capoluogo regionale, diventato un test di livello nazionale, con la sfida del centrosinistra di Massimo Zedda al centrodestra di Massimo Fantola. E’ una battaglia all’ultima scheda dopo che quindici giorni fa i due rivali sono rimasti separati di appena 411 voti.
Gli elettori sardi hanno seguito ieri il trend nazionale che, per quanto riguarda le città, ha visto andare in controtendenza solo Milano (stabile rispetto all’andamento del primo turno) e Trieste (crescita).
A Cagliari alle 22 aveva votato il 41,6 per cento degli aventi diritti, mentre alla stessa ora del 15 maggio la percentuale era stata del 48,2: un calo, quindi, del 6,6 per cento, mentre la media nazionale è stata del -6,2 per cento. La giornata elettorale non era iniziata così male nel capoluogo isolano: alle 12 il calo era di appena l’1,1 per cento, salito invece bruscamente alle 19 al 5,9 per cento, forse perché i cagliaritani, vista la splendida giornata di sole, hanno preferito recarsi in spiaggia e nei parchi cittadini.
Il calo degli elettori ha sicuramente preoccupato i due contendenti. Negli ultimi quindici giorni la battaglia, pur sempre molto corretta, si è accesa rispetto alla prima fase, ma l’elettorato - almeno per il momento - non sembra essersi particolarmente interessato. Se il dato finale sull’affluenza dovesse confermarsi secondo il calo di ieri, chi verrebbe avvantaggiato tra Zedda e Fantola? E’ questo l’interrogativo che ha fatto dormire male i due aspiranti sindaci. Di solito, la diminuzione favorisce chi è in vantaggio, chi cioé teoricamente non ha bisogno di nuovi apporti, ma tra i due contendenti il distacco era di appena 411 voti. Zedda nel primo turno ha avuto il 45,15 per cento, con 10 mila voti in più delle sue liste del centrosinistra. Fantola si è fermato al 44,71 per cento, ma con 3.400 voti in meno delle sue liste del centrodestra: nel suo tentativo di recupero il dato sull’affluenza non è certo secondario.
Il voto cagliaritano ha assunto una valenza nazionale nella sfida che le opposizioni hanno lanciato a Berlusconi. In Sardegna è seguito con particolare attenzione per verificare lo stato di salute della giunta Cappellacci, che è uscita politicamente penalizzata nel primo turno a causa delle vittorie del centrosinistra a Olbia, Carbonia, Capoterra e Monserrato (sinora nessuna vittoria del centrodestra nelle città sarde).
Iglesias, pur facendo registrare la percentuale del 45,8 per cento, la più alta tra le tre città sarde impegnate nel ballottaggio, ha avuto un calo superiore a Cagliari, pari al 7,1 per cento rispetto a quindici giorni fa. Nella città mineraria hanno però rilevato che rispetto al 2010 (la consiliatura è durata appena un anno) l’aumento degli elettori è stato di due punti. Un segnale, probabilmente, del fatto che la lotta tra i candidati a sindaco è stavolta più accesa. Nel primo turno il portacolori del centrodestra, Luigi Perseu (Udc), ha mancato la vittoria di appena 12 voti: ha avuto una percentuale del 49,9. La sfidante, la giovane Marta Testa, di Sel come Zedda, è però andata molto bene: 46,07 per cento.
Infine a Sinnai, dove la competizione è tra il centrosinistra di Barbara Pusceddu (48,22 per cento al primo turno) e la sinistra di Paolo Zedda (42,31 per cento). L’affluenza ieri è stata del 44,6 per cento (contro il 54,5 del primo turno), con un calo del 9,9. Può essere stato incrementato, rispetto al dato fisiologico, dal fatto che l’elettorato del Pdl non era interessato alla competizione: il partito di Berlusconi non è andato al ballottaggio avendo ottenuto appena il 7 per cento. Il Pdl aveva perso tutto gli alleati: Udc, Riformatori, Psd’Az e persino il Fli si sono alleati con il Pd a sostegno di Barbara Pusceddu.