POETTO. Turisti e cagliaritani decisamente contrari all'ipotesi di demolizione
I bagnanti: sono necessari, si intervenga d'inverno
Vedi la foto Chiudere i chioschetti d'estate? Per i frequentatori del Poetto, l'eventualità che la magistratura sequestri i venti bar sulla spiaggia, abusivi, per sanare una situazione che si protrae oramai da due anni è una follia. Ma i cagliaritani inchiodano ognuno alle proprie responsabilità: gestori che non hanno voluto abbattere per tempo le strutture e ricostruirle secondo i canoni approvati dalla conferenza di servizi, e Comune che non ha fatto applicare le norme al momento opportuno, ovvero durante l'inverno.
L'INCUBO CASOTTI È sdraiata in un lettino della Prima fermata e legge un giornale, Pierangela Ragazzo. Abbronzatura già perfetta a fine maggio, è una vera amante del Poetto. Per questo ha un timore: «Non voglio che la questione dei chioschetti finisca come quella dei casotti», cioè quando il Comune nel 1986 decise di abbattere, per ragioni igienico-sanitarie, le casette di legno che caratterizzavano la Spiaggia dei Centomila. «Per i lavori bisogna aspettare l'inverno. La stagione balneare a Cagliari inizia prima di altri posti», conclude la donna. Guardando le presenze alla Prima fermata non si può che darle ragione. Ragazzi, pensionati, famiglie e turisti sono spalmati sulla spiaggia per colorarsi naturalmente la pelle.
ALLA QUINTA Alla Quinta fermata, tra i pochi bagnanti c'è Sara Sotgiu, studentessa di Scienze politiche. Anche lei è contraria alla chiusura, «di giorno danno servizi ai bagnanti e di notte sono un punto di ritrovo per giovani e turisti. Cagliari d'estate è il Poetto e i chioschetti sono l'unica attrazione che lo tiene vivo». La giovane studentessa però non manca di sottolineare le responsabilità dei gestori delle strutture, «che dovevano adeguare per tempo le loro attività e metterle a norma», e del Comune, «che ha il compito di controllare». Per questo non ha dubbi. «Finita la stagione estiva devono essere messi a norma».
IL TURISTA È stupefatto dal concetto di “spiaggia libera”, Germano Menis, turista di Artegna in provincia di Udine. «Da noi si paga tutto», spiega. Sulla “questione chioschetti” ha le idee chiare: «Bisogna agire legalmente ma chiudere ora sarebbe uno sbaglio». Il perché è facile immaginarlo: «Questa spiaggia va sfruttata turisticamente e non si può chiudere l'unico servizio offerto». Stessa opinione di Lucia Sarritzu e Federica Scanu: «Se si è arrivati a questo punto è anche colpa dei gestori. Cagliari turisticamente è male organizzata». È perentoria invece Ilaria Zedda: «Se sono abusivi vanno abbattuti. Però dopo l'estate».
Come dire, lasciateci godere dell'unica attrazione estiva. Anche se abusiva.
Mario Gottardi