La promessa di Fantola: «Nessuna demolizione dei baretti,
sfruttiamo le dismissioni delle aree militari per creare sviluppo»
Vedi tutte le 5 foto Massimo Fantola, 63 anni, sposato e padre di quattro figli, ingegnere e docente universitario. Al primo turno ha ottenuto il 44,72 per cento dei voti ed era sostenuto da Pdl, Udc, Riformatori, Patto per Cagliari, Uds, Psd'az, Centro giovani, Mpa, Fortza Paris, Popolari d'Italia domani e La Destra.
Immagini di prendere possesso, martedì, della stanza riservata al sindaco. Cosa fa sulla questione demolizioni al Poetto?
«Per il Poetto occorre una gestione unitaria con Quartu. Senza demolire niente. Bisogna favorire gli investimenti con concessioni lunghe per avere un litorale ordinato e ben servito dai trasporti, funzionale al turismo e rispettoso dei diritti dei residenti. Da Giorgino al Margine Rosso, da Sant'Elia a Calamosca, c'è la sfida turistica di Cagliari».
Il magazzino del Sale, l'ospedale Marino, l'istituto Riva, l'ospedale civile, il carcere di Buoncammino. Cosa farebbe per riutilizzare queste strutture?
«Parliamo di immense volumetrie che consentono di fare tantissimo senza costruire un metro cubo di cemento in più. È un'opportunità unica per trovare nuove risorse economiche che attivino progetti di trasformazione urbana in grado di cambiare la faccia della città e di produrre lavoro vero e stabile».
Cosa farà il Comune da lei guidato per dirimere la questione Tuvixeddu?
«Tra polemiche e cause in Tribunale, Tuvixeddu resta il regno delle sterpaglie e dei topi. Bisogna aprire immediatamente il parco e superare le guerre ideologiche che privano Cagliari di una straordinaria opportunità archeologica e turistica».
C'è spazio per un ritorno del Betile e delle archistar?
«No. Le tante volumetrie identitarie, dal magazzino del sale, al carcere di Buoncammino, sono simboli della nostra struttura architettonica e paesaggistica. A Cagliari non servono fotocopie di grandi opere tutte uguali».
Cosa pensa del progetto della piazza sul mare?
«È il mio primo grande progetto infrastrutturale. Tunnel sotto via Roma, metropolitana leggera con aeroporto, piazza Repubblica e Poetto. Così valorizziamo il centro storico e i centri commerciali naturali».
Grande campus universitario o studentato diffuso?
«Sono due ipotesi assolutamente complementari: 33 mila studenti sono una ricchezza straordinaria sulla quale occorre investire e credere».
Come le realizza?
«Per il campus, valuterei anche le dismissioni del carcere e dell'Ospedale militare. Lo studentato diffuso richiede un'agenzia che stimoli e coordini la domanda e l'offerta».
Cosa pensa dei Pacs e del registro per le unioni di fatto, adottati in altre città?
«Per cultura, sono per la difesa dei diritti civili e per l'inclusione. Da cattolico, ho però un'idea diversa da quella della sinistra sui valori della famiglia. E non ho nessuna paura a battermi per i valori in cui credo».
I musulmani reclamano a gran voce uno spazio per la preghiera comunitaria. C'è spazio per una moschea a Cagliari?
«È proprio l'identità culturale cristiana di Cagliari che ci impone il rispetto dell'altrui libertà di religione. Ma dobbiamo anche lavorare perché l'emigrazione rispetti le nostre leggi, garantendo la sicurezza dei nostri cittadini».
Il Cagliari costruirà il suo nuovo stadio a Elmas. Che fine fa il Sant'Elia?
«La squadra del Cagliari è patrimonio della nostra città, è l'orgoglio di ogni cagliaritano: deve restare a Cagliari».
Due azioni concrete da attuare immediatamente?
«Il dramma del lavoro necessita di concretezza e idee chiare. Con la mia prima delibera porteremo a Cagliari centomila turisti in più. Un'azione che vale dai 50 ai 60 milioni di euro, che consentirà un'iniezione di denaro fresco nel tessuto economico esausto della nostra città, bisognoso di nuove entrate, non certo di nuove tasse. Più turismo, più economia, più lavoro significa rivoluzione della macchina amministrativa con il piano “Comune veloce”, che ci permetterà di sfruttare premialità e innovazione tecnologica per avere tempi burocratici identici a quelli dei comuni più celeri d'Italia».
Anthony Muroni