Ieri sera bagno di folla e lungo concerto in Piazza del Carmine
Il candidato sindaco: governeremo per tutti
Piazza del Carmine piena. Bagno di folla e bandiere per la convention elettorale di Massimo Zedda, candidato del centrosinistra alle prossime comunali. Con lui, sul palco, il presidente della Provincia Graziano Milia e il leader di Sinistra e Libertà, e presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. La piazza si riempie da subito. Famiglie, studenti, consiglieri comunale, provinciali e regionali e poi i singoli partiti con le bandiere: Pd, Rossomori, Idv, Federazione della Sinistra e, naturalmente, Sel. E poi le associazioni ambientaliste. Defilato anche l'ex presidente della Regione Renato Soru.
A RUBA LE T-SHIRT A ruba le t-shirt con lo slogan “Ora tocca a noi”. «Ne abbiamo venduto “un millino”», racconta una volontaria del partito. Alle 18 le prime note dal palco dove si alternano Samuel Tanca, Alberto Sanna, i Sunflower Quartet, gli Almamediterranea e Andhira, presentati dall'attore cagliaritano Elio Turno Arthemalle che poco dopo le 20, 30 avverte le famiglie: «È or'e cenai. Tenete lontano i bambini che qui è pieno di comunisti». Per Zedda i saluti del neo sindaco di Torino Piero Fassino e dei candidati di Napoli e Milano Luigi De Magistris e Giuliano Pisapia.
«POSSIAMO GOVERNARE» Verso le 21 gli applausi sono tutti per Zedda, Vendola e Graziano Milia. Il presidente della Provincia è il primo a parlare: «Per la prima volta la sinistra può governare Cagliari. Abbiamo avuto in mano la Regione, ma senza il capoluogo governare la Regione è difficile. Massimo», ha aggiunto Milia, «ha avuto il merito e la capacità di coinvolgere i giovani». Per il presidente anche una citazione di Che Guevara dedicata a Cicu e Delogu.
«CI SIAMO RIVOLTI A TUTTI» Poi gli occhi vanno tutto su Zedda «l'enfant prodige della politica italiana che sta dando scacco alle famiglie del potere cagliaritano», come l'ha definito Vendola. Lo schermo dietro il palco amplificava l'emozione chiaramente visibile negli occhi del giovane candidato. «Ci siamo rivolti a tutte le Cagliari che ci sono», ha spiegato Zedda, «alle vecchiette che hanno paura delle strade cittadine, ai lavoratori del Lirico in difficoltà, agli operatori del mercato di San Benedetto che vogliono lavorare senza il terrore di vedersi le fogne saltare». Spazio anche agli attacchi al centrodestra «hanno cambiato il colore del Poetto» e a Fantola, «ha attaccato Pisa, dimenticandosi che le mura e le torri di Cagliari sono pisane».
«LE FALSITÀ DELLA DESTRA» Un breve excursus alle polemiche che hanno accompagnato la campagna elettorale. «La destra è arrivata a dire di tutto», ha ricordato il candidato del centrosinistra, «che ho figlie segrete, che non ho mai lavorato e che sono fidanzato con la figlia di qualche politico sardo importante. In realtà sono single. E non è nemmeno vero che ho padrini romani: i miei unici padrini sono miei nonni e mio cugino, di cresima e battesimo. Siamo alla fine di un ciclo», ha concluso Zedda, riferendosi al governo del centrodestra in città, «ma come disse Churchill dopo El Alamein, non è la fine. Non è neanche il principio della fine. Ma è, forse, la fine del principio». Dopo Zedda musica fino a mezzanotte con il concerto di Simone Cristicchi.
Ennio Neri