La sfida Fantola-Zedda vista da Sassari, Alghero e Olbia «Gli assessorati? Non vanno spostati ma aperti a tutti»
FILIPPO PERETTI
CAGLIARI. Regione matrigna? Sì. Cagliari ladrona? No. I sindaci delle città del Nord Sardegna seguono con interesse il voto comunale del capoluogo isolano ma, da destra a sinistra, si guardano bene dall’imitare anche solo minimamente i toni leghisti nei confronti di Roma. E rivolgono un appello a Massimo Fantola e Massimo Zedda in vista del ballottaggio di domenica e lunedì.
In questa campagna elettorale che ha tanti significati politici si è parlato a lungo, talvolta solo per giustificare nuove mirabolanti promesse, del ruolo trainante di Cagliari nella vita economica, culturale e amministrativa dell’isola. A proposito o a sproposito, è stato ripescato lo slogan un po’ logorato di Cagliari-capitale.
Cosa ne pensano i sindaci di Sassari, Alghero e Olbia? «Cagliari - rispondono quasi all’unisono Gianfranco Ganau, Marco Tedde e Gianni Giovannelli - può rafforzare il ruolo guida che la storia le ha assegnato soltanto se non si identifica con il centralismo regionale ma, anzi, si mette alla testa di tutti i Comuni nella battaglia contro la Regione per il riequilibrio territoriale».
Queste elezioni di Cagliari hanno suscitato un interesse che è andato ben oltre i confini comunali. Innanzitutto per due ragioni politiche. La prima è lo scontro nazionale e regionale tra centrodestra e centrosinistra: il risultato peserà nei borsini di Silvio Berlusconi e di Ugo Cappellacci. La seconda è legata alle caratteristiche dei due candidati arrivati al ballottaggio: Massimo Fantola è stato per decenni, a fianco di Mario Segni, un leader referendario riconosciuto in tutta l’isola, Massimo Zedda è visto, in questa politica che fatica a conquistare i giovani, come l’enfant prodige in grado di rivitalizzare la sinistra storica.
Un altro motivo va forse ricercato nell’antica diffidenza, o se vogliamo nella rivalità, tra il Nord dell’isola e il cosiddetto «capo di sotto». Gianfranco Ganau è esplicito: «Il rapporto con il Comune di Cagliari - afferma il sindaco di centrosinistra di Sassari - è sempre stato positivo, abbiamo anche trovato delle intese a prescindere dagli schieramenti politici, come nel caso Abbanoa. Quello che lamentiamo è l’accentramento di funzioni da parte della Regione e la maggiore attenzione per il capoluogo sardo».
Ancora più esplicito è Gianni Giovannelli: «La Regione ha un occhio di riguardo verso il territorio cagliaritano e trascura vaste aree, a iniziare dalla Gallura», denuncia l’appena rieletto sindaco di Olbia alla guida di una coalizione civica di centrosinistra. Cagliari ladrona? «No - risponde Giovannelli - perché gli scippi ci sono venuti dallo Stato. Cagliari lontana, sì».
«Ma la colpa - avverte il sindaco di centrodestra di Alghero, Marco Tedde, facendo autocritica pur condividendo i giudizi dei colleghi - è anche della nostra debolezza, la classe politica del Nord-Ovest non ha una forza sufficiente. Ciascuno di noi deve fare uno sforzo eccezionale per ottenere quello che gli spetta. Cagliari questa fatica non la conosce».
Che fare? Come viene giudicata la ricetta leghista di spostare alcuni ministeri da Roma a Milano? Sarebbe utile spostare assessorati regionali da Cagliari a Sassari e Olbia? «Quella leghista - risponde Ganau - è una proposta indecente che dimostra una concezione padronale delle istituzioni. A noi basta che gli assessorati guardino a tutta l’isola, superando le attuazioni disattenzioni. Cagliari è il capoluogo riconosciuto, l’importante è che non accentui il centralismo». Anche Tedde e Giovannelli sono contrari allo spostamento di assessorati: «Ci basterebbero assessori più aperti e più attenti», dicono. Aggiungendo che sarebbe invece opportuna l’apertura di più uffici periferici per avvicinare i cittadini alla Regione. Quelli di Sassari andrebbero rafforzati, ad Alghero c’è solo un ufficio per l’agriciltura, a Olbia niente «benché il Comune abbia messo a disposizione i locali».
Che ruolo può giocare il sindaco di Cagliari in questa partita tra il centralismo regionale e la voglia di federalismo interno? «Può fare molto - dice Marco Tedde - se anziché limitarsi a godere del privilegio della vicinanza con la Regione si mette alla testa dei Comuni per fare massa critica nelle rivendicazioni. Convincendosi che il riequilibrio territoriale è nell’interesse anche di Cagliari». Perché, spiegano i sindaci del Nord Sardegna, se gli altri territori si indeboliscono anche il capoluogo regionale viene penalizzato dalla crisi generale.
Tedde ci tiene a precisare, anche in questo in sintonia con Ganau e Giovannelli, di aver avuto «un buon rapporto con il sindaco uscente Emilio Floris». Il sindaco sassarese va oltre: «Spero che il successore di Floris - spiega Ganau - porti avanti il progetto di mettere in sinergia le potenzialità culturali delle due città, ad esempio con le istituzioni liriche: oggi la quasi totalità dei fondi regionali sono usati su Cagliari, stiamo studiando una convenzione perché il settore si sviluppi su due poli in modo da soddisfare le richieste di tutti i sardi».
E di sinergie culturali parla anche Giovannelli: «L’università decentrata non può essere sostenuta solo dai Comuni, anche Olbia e i suoi cittadini hanno diritto ad usufruire dei fondi regionali sul diritto allo studio». Giovannelli lamenta anche il fatto che la Regione non ha accolto la domanda di assegnare ad Olbia la sub-delega sui fondi europei: «In regime di patto di stabilità - spiega - per noi quei soldi sono fondamentali».
Talvolta gli sforzi sono premiati. «Alghero - afferma Tedde - ha avuto l’idea di una sorta di zona franca mediante esenzioni-incentivi per attirare imprese e favorire nuova occupazione. Stiamo per firmare, sono contento».
Ora, come voterebbero i sindaci del Nord Sardegna domenica e lunedì? Tedde non ha dubbi: «Voterei Fantola, non solo per motivi di schieramento ma soprattutto perché rappresenta i moderati di tutta la Sardegna, quelli che vogliono innovare con le riforme. Mentre Zedda rappresenta l’area più radicale della sinistra». Ovviamente opposto il parere di Ganau. «Tifo per Zedda, è il futuro, abbiamo tutti bisogno di novità, la politica non deve più avvolgersi attorno a se stessa». Ganau però aggiunte: «Esprimo totale solidarietà a Fantola, persona che stimo, per la minaccia ricevuta, un gesto che tutti condanniamo».