Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il presidente Milia con Zedda «Il Pd ora sfrutti l'occasione»

Fonte: L'Unione Sarda
25 maggio 2011

L'ex sindaco di Quartu invita a svelenire il clima elettorale

Graziano Milia, dirigente del Pd, è presidente della Provincia di Cagliari, riconfermato lo scorso anno dopo uno strabiliante recupero nel turno di ballottaggio. Segue da vicino la campagna elettorale di Massimo Zedda, convinto che il Comune possa essere espugnato, dopo 18 anni di centrodestra.
Di cosa si parlerà in quest'ultima settimana di campagna elettorale?
«Spero si parli molto della città e del ruolo che la stessa deve avere per il riscatto dell'intera isola. Sono elezioni comunali, mi auguro che temi nazionali e sterili polemiche facciano solo capolino e non condizionino il dibattito. Cagliari ha bisogno di essere ripensata, è una città immobile da troppi anni. I contenuti, l'idea di città e il profilo culturale delle classi dirigenti che si candidano a governarla, devono essere gli oggetti del confronto».
Perché tanti voti disgiunti al primo turno?
«Il voto disgiunto non è un'anomalia di questo sistema elettorale, al contrario è uno degli aspetti fondanti. Garantisce democrazia e partecipazione perché gli elettori sono nelle condizioni di scegliere direttamente da chi vogliono essere governati. Il primo turno ci ha consegnato un risultato sui candidati a sindaco, dal quale emerge che personalmente Zedda è di gran lunga ritenuto più adatto a ricoprire quel ruolo».
Come si immagina la giornata post-ballottaggio?
«I problemi inizieranno il giorno dopo ancora, quando tutti si renderanno conto quanto è difficile governare un Comune o una Provincia in presenza di una politica punitiva e dannosa dei governi nazionale e regionale che, contrariamente a quello che accade in tutta Europa, anziché puntare sui governi locali per sconfiggere la crisi li impoveriscono privandoli di risorse e ruolo».
Lei aveva parlato di lista debole. Il risultato del Pd al primo turno di Cagliari è migliore di quello che si aspettava?
«Il Pd è il primo partito. Ma esserlo con una percentuale tra il 18 e il 19% conferma quello che pensavo prima delle elezioni».
Quanto vi ha infastidito il fatto che il centrodestra abbia parlato di anatra zoppa?
«La legge è chiarissima così come è chiaro che il centrodestra si è inventato un problema che non c'è perché impaurito e a corto di argomenti. Mi pare che alla fine della giostra lo stesso Fantola si sia accorto che si trattava di un errore».
E che abbia stigmatizzato gli insulti ricevuti da Fantola durante i cortei per lo sviluppo e contro l'omofobia?
«Gli insulti vanno condannati, ma con garbo e senza strumentalizzazioni. A me da sindaco di Quartu capitò di ricevere almeno 3 pallottole in busta chiusa e numerose minacce, soprattutto quando feci demolire le case abusive. Scelsi di non parlarne. Detto questo, solidarietà a chi è fatto oggetto di insulti come Fantola ma anche di campagne denigratorie come Zedda».
Avete fatto un'analisi del voto che è andato alla vostra coalizione, alla sua distribuzione?
«La distribuzione rispecchia i valori in campo e la capacità rappresentativa di ogni forza politica. In termini assoluti e al saldo della frammentazione tipica delle amministrative è innegabile che c'è molto da lavorare».
Quale sarà il ruolo del Pd all'interno dell'eventuale futura maggioranza?
«Il ruolo e la responsabilità che spettano al gruppo più numeroso in Consiglio. Dovrà, però, tenersi lontano dalla corsa alle poltrone e dovrà far tenere lontani gli altri. Davanti ha un'occasione storica, attesa da tanti anni. Cagliari ha bisogno di una svolta sui contenuti ma anche sui metodi di governo. Servirà sobrietà e capacità di ascolto. Occorrerà dar prova di maturità mettendosi a disposizione con umiltà, senza arroganza e personalismi». Chi vince lunedì prossimo?
«È un ballottaggio, vincerà chi avrà più capacità di motivare gli elettori ad andare a votare. Zedda, mi pare, abbia questo requisito più del suo competitore. Vincerà lui».
A. Mur.