Ieri sono state chieste le copie dei documenti firmati lunedì dal sindaco
La Procura sequestra le ordinanze salva-baretti
Quattordici copie, una sull'altra, quante sono le ordinanze firmate lunedì scorso dal sindaco Emilio Floris per rinviare le demolizioni dei baretti del Poetto. Gli ispettori della Procura sono stati alcune ore in Comune, su richiesta del pubblico ministero Gaetano Porcu, per «acquisire» tutti gli atti relativi ai documenti che danno ossigeno ai proprietari dei chioschi fino al 30 settembre. Una mossa a sorpresa che riapre l'indagine sugli abusi edilizi nel litorale cagliaritano e fa tornare in campo l'ipotesi delle demolizioni.
L'ORDINANZA Il sequestro delle ordinanze infatti significa che la magistratura vuole capire quali sono i presupposti dell'atto firmato dal primo cittadino. Nell'ordinanza si fa espresso riferimento a un «allarme sociale» che nascerebbe dall'apertura dei cantieri «in piena stagione balneare» e ai problemi «connessi alla viabilità», per la riduzione dei parcheggi, oltre al pericolo, segnalato nella relazione della protezione civile, «derivante dalla demolizione dei chioschi», che può creare «problematiche di sicurezza per i bagnanti».
LA PROCURA Quali sono le intenzioni della Procura? In teoria, dopo l'autorizzazione del Suap, i proprietari dei baretti avrebbero dovuto iniziare immediatamente le demolizioni e le ricostruzioni. Anche se l'apertura dei cantieri alle porte dell'estate avrebbe rappresentato un danno - economico per gli imprenditori e d'immagine per la città - enorme. Da qui l'ordinanza di Floris. Scelta che però potrebbe non essere piaciuta alla Procura, visto il tempo trascorso dalla prima ordinanza (del novembre del 2009), quella che impone ai proprietari dei baretti di «sanare» gli abusi.
AL POETTO Tanto che qualcuno - prima dell'arrivo della proroga - nelle scorse settimane aveva già iniziato i lavori di abbattimento, forse per scongiurare l'ipotesi di un sequestro delle strutture da parte della Procura. Altri avrebbero dovuto farlo proprio in questi giorni. Gli ordini di sospensione della demolizione e ricostruzione riguardano sia i chioschi che hanno già ricevuto l'autorizzazione ad edificare (Aramacao, Il Miraggio, La Lanterna rossa, il Palm beach, La Sella del diavolo, il Capolinea, La dolce vita, Il Fico d'india, Corto maltese e Twist) sia quelli che hanno avviato la procedura ma non hanno ancora l'atto (Golden beach, Il Nilo, Malibù e Zen). Le Palmette e L'Oasi hanno presentato un ricorso al Tar, di cui si attende l'esito.
PUL E ieri Claudio Cugusi, componente della commissione Urbanistica uscente, ha anche chiesto «che il Pul sia il primo atto urbanistico della prossima consiliatura: è necessario per dare agli imprenditori del litorale una certezza su cui basare i propri investimenti».
Michele Ruffi