COMUNALI. In vista del ballottaggio ecco la posizione dei sostenitori di Fli
«Niente apparentamento né sostegno indiretto»
A Roma i futuristi hanno già tratto il loro dado: nessun apparentamento, nessuna alleanza, nessuna indicazione di voto in vista dei ballottaggi. Così Ignazio Artizzu, reduce da un vertice al mattino con lo stato maggiore di Futuro e libertà (presente anche il presidente Fini), ieri sera ha concordato con il resto della coalizione che lo ha sostenuto (Dc e Movimento civico sardo). La decisione verrà ufficializzata nel corso di una conferenza stampa convocata per oggi. Ma nel frattempo il consigliere regionale, reduce dal 4 per cento raccolto come candidato a sindaco nel turno di domenica e lunedì, fa capire qual è il suo orientamento: nessun accordo e assoluta equidistanza dai due contendenti che si giocheranno la poltrona di sindaco al ballottaggio.
Ha qualche anticipazione sulla decisione che ufficializzerà nel fine settimana?
«È chiaro che è difficile pensare di mutare atteggiamento nei confronti di chi, come il coordinatore del Pdl, ha parlato male di noi fino al giorno prima delle elezioni. Io sono sempre stato agli antipodi rispetto alla sinistra ma mi sento altrettanto distante da questa caricatura di centrodestra».
Che indicazione darete ai vostri elettori?
«Abbiamo solo sostenitori liberi, che non hanno certo bisogno di un mio via libera o di un mio diktat. A tutti i simpatizzanti di Futuro e libertà e a tutti quelli che mi hanno votato dico solo di andare a votare, senza indicare nessuno».
Lei per chi voterà?
«Per l'idea più fresca, innovativa, accattivante».
Innovativa, sinonimo di novità e discontinuità col passato? Non è l'identikit di Zedda?
«Io non ho fatto nomi».
Qual è l'aria che percepisce tra la sua base elettorale?
«Gran parte di quelli che parlano con me dimostrano di non aver digerito l'atteggiamento dei vertici del Popolo della libertà isolano nei nostri confronti. Quello del porgere l'altra guancia è un principio evangelico che va applicato ogni giorno nella propria vita privata. In politica, invece, occorre fare altro. Io e altri, almeno sino al ballottaggio, non dimenticheremo quello che è stato fatto nei nostri confronti».
Le brucia di più la mancata alleanza o quanto è stato detto in campagna elettorale?
«Entrambe le cose. Ma non posso scordare che io sono stato il primo leader del centrodestra a indicare Massimo Fantola come candidato a sindaco. E non posso dimenticare che lui si è rimangiato quell'accordo, assecondando l'ostracismo del Pdl. Non ho niente contro Fantola, che è un'ottima persona e un buon politico. Ma si è scelto una pessima compagnia».
Anthony Muroni