Fantola. Con i supporters in via Roma, nel Largo e in via Manno
CAGLIARI. Gioca in casa e si vede. La cinquantina di ragazzi che accompagna in un estemporaneo tour per il centro Massimo Fantola, sembra quasi spazientirsi. «Ma dove è? Si ferma in ogni negozio!». Il punto è che Massimo (Fantola), conosce personalmente la stragrande maggioranza dei negozianti di via Manno e via Garibaldi e non solo perché abita in piazza Costituzione, ma per la sua storia. Ecco perché il tour è lento. Accompagnato dal suo service televisivo personale, che riversa in rete tutti i momenti della passeggiata compresi anche gli abbracci “spintanei” con le fans a favore del set, Fantola ammette di non essere portato per la telecamera e si smarca. Saluta le signore con un perfetto e naturale baciamano, ed è un continuo «salutami», questa o quella persona. Ma i momenti clou sono gli ingressi rapidi nei negozi, per salutare il titolare o le commesse, per sapere come vanno gli affari, per chiedere un sostegno. «La partita è aperta, chi dice di aver vinto si sbaglierà. Servono i voti di tutti». I suoi supporter avvicinano la gente con la domanda di rito: «Lei vota a Cagliari?». Il volantino del primo turno, con un programma succinto e l’indicazione su Fantola sindaco è già pronto. A coloro che ammettono di essere residenti in altri comuni è pronto un sorriso e la richiesta di farsi portavoce del messaggio di Fantola. Sono le sette, il Largo si anima: si fanno vedere il deputato Pili, ma solo per un saluto, il commissario dell’Autorità d’ambito Francesco Lippi, qualche consigliere dei Riformatori e il capo di gabinetto di Cappellacci Giandomenico Sabiu. Ma non c’è un regista del corteo. È Fantola che dà il ritmo, si ferma e saluta chi vuole, parla con giovani e anziani e ricorda la bontà del suo programma. Il corteo si rianima, riprende compattezza, supera via Manno e si dirige verso la sede del comitato in via Sonnino. All’inizio del Largo, silenziosi, i volontari di Zedda, distribuiscono a loro volta propaganda elettorale. La sfida si gioca anche battendo il centro, per adesso non ancora invaso da cartacce e inutili santini.(g.cen.)