Un secolo e mezzo di sicurezza
Anche in città la polizia di Stato ha festeggiato il suo 159º anniversario
CAGLIARI. Centocinquantanove anni portati alla grande. Al servizio del Paese, dunque di tutti gli italiani, sotto lo slogan «C’è più sicurezza insieme...». Ma anche gli ultimi trent’anni vissuti con sulla scia di quella riforma che nell’ormai lontano 1981 smilitarizzò l’allora Corpo in divisa grigioverde delle guardie di pubblica sicurezza, trasformandolo nella Polizia di Stato.
Quella che quotidianamente, insieme alle altre forze dell’ordine, vigila e garantisce sicurezza (nonostante i continui tagli ai bilanci), impegnando in città centinaia di uomini, fra funzionari, figure intermedie e semplici agenti. La stessa polizia, insomma, che ieri ha celebrato la sua annuale festa nel suggestivo scenario del Teatro lirico, presenti diversi esponenti della classe politica isolana, ex prefetti, ex questori e numerosi ospiti in divisa, in rappresentanza praticamente di tutte le armi.
Ma la festa - va detto - era soprattutto per loro, per gli appartenenti alla grande famiglia della polizia, compresi quelli non più in servizio e idealmente per quelli che hanno sacrificato la loro vita in nome del dovere.
A loro è andato, inevitabilmente, il pensiero del questore Salvatore Mulas (che pare si stia preparando a lasciare la città per un nuovo e prestigioso incarico nella Penisola), che nella sua “disamina tecnico-operativa” sui fenomeni sociali e delinquenziali di questa Cagliari apparentemente sorniona e distaccata (dove i fatti di criminalità hanno registrato un calo rispetto al 2010) non ha esitato a sottolineare come la città abbia risposto al meglio, in termini di accoglienza e manifestata solidarietà, quando ha accolto i migranti tunisini.
Non tutte rose e fiori, sia chiaro, perché il questore ha posto l’accento sulla recrudescenza dei traffici di droga, che pur non essendo fortunatamente controllati dalla grande delinquenza più o meno organizzata (come ai tempi della sanguinaria banda di Is Mirrionis, per intendersi) restano pur sempre uno dei problemi-chiave sul fronte dell’attività investigativa e della sicurezza pubblica.
Ma tra le righe, nel discorso di Salvatore Mulas, c’è stato anche quello che è sembrato una sorta di richiamo ai ruoli: «Anche le forze di polizia devono evitare le sovrapposizioni e coordinarsi intelligentemente, mantenendo però distinte le reciproche competenze e soprattutto le rispettive identità...».
Festa si è detto e (anche se con qualche frecciata da parte del sindacato Coisp) festa è stata. In particolare nel momento in cui è cominciata la consegna degli attestati di encomio e di lode, che ha visto sfilare sul palco vecchi e nuovi volti delle varie specializzazioni, in particolare della Mobile: dall’attuale dirigente Leopoldo Testa, all’ispettore superiore (sostituto commissario) Egidio Manca, giusto per citarne due.