La Procura ha chiuso l’inchiesta giudiziaria sugli abusi e sull’occupazione illegale del suolo pubblico
La proroga concessa dal sindaco verrà travolta dal provvedimento del pm
CAGLIARI. Per i dodici baretti del Poetto l’autunno arriverà con quattro mesi d’anticipo: in Procura nessuno apre bocca ma è certo che le ordinanze di sequestro sono in partenza e coincideranno con la chiusura dell’inchiesta giudiziaria. Tutte le attività in posizione irregolare dovranno chiudere, l’ordinanza di proroga firmata dal sindaco Emilio Floris è praticamente carta straccia.
Per ora il pm Gaetano Porcu - che indaga per violazione delle norme urbanistiche e ambientali oltre che per occupazione illegale di suolo pubblico - ha acquisito negli uffici del Comune le copie del provvedimento firmato da Floris, che ha provato a rimandare la demolizione con un’ordinanza dal contenuto piuttosto anomalo: la proroga del provvedimento di smontaggio dei chioschi è legata - stando al testo firmato dal capo dell’esecutivo comunale - alle «legittime preoccupazioni sulle problematiche inerenti la fruibilità del litorale durante la stagione balneare». Una formula che anche tradotta in un italiano accettabile spiega poco delle ragioni reali che hanno condotto Floris a concedere l’ennesimo rinvio. Ancora più incomprensibile appare il riferimento alla sicurezza: il sindaco sembra temere che una volta conclusa la fase di abbattimento delle strutture restino sulla spiaggia «chiodi, calcestruzzo e legno» in quantità tale da minacciare l’incolumità dei bagnanti. Se a questo si aggiunge che l’ordinanza salva-chioschi è arrivata a ridosso delle elezioni comunali il quadro diventa chiaro e si comprende perchè al terzo piano del palazzo di giustizia l’iniziativa estemporanea di Floris sia stata letta in termini critici. Per una ragione su tutte: l’indagine del pubblico ministero Porcu ha consentito di accertare come i baretti siano nella gran parte abusivi e le concessioni ampiamente scadute. Così come a suo tempo per i ristorantini dei ricciai - tutti chiusi e poi demoliti - i carabinieri e i vigili urbani hanno stabilito che il suolo pubblico è stato occupato illegalmente. Per tagliar corto: i baretti sono fuorilegge e la situazione è manifesta fin dall’anno scorso, quando i titolari hanno potuto comunque portare a termine la stagione. Di rinvio in rinvio c’è stato tutto il tempo di intervenire, di dimostrare la volontà di sanare in qualche modo gli abusi, di andare incontro a quanto la legge dispone, di cercare alternative. L’impressione è invece che l’amministrazione comunale abbia voluto in qualche modo avallare, per ragioni comprensibili, gli abusi commessi sulla spiaggia. Senza tener conto di un fatto: la Procura ha chiuso l’inchiesta per violazioni urbanistiche e occupazione del suolo pubblico, mettendo fine almeno sino al giudizio del tribunale a qualsiasi altra valutazione. Se la legge è stata applicata con rigore nei confronti dei ricciai, costretti a sbaraccare i loro locali abusivi, non è chiaro perchè si dovrebbe regalare una proroga ai titolari dei baretti.
Comunque sia l’aria che tira in Procura è di andare sino in fondo e per quanto non sia trapelata alcuna anticipazione sui prossimi passi del pm Porcu l’impressione diffusa è che si vada avanti sul tracciato delle norme: ordinanza di chiusura e addio stagione balneare per tutti i chioschi. Nei prossimi giorni si saprà se i segnali corrispondono alla volontà reale della Procura oppure prevarrà la benevolenza del sindaco Floris, che dopo aver chiuso gli occhi per anni davanti a una situazione di irregolarità manifesta ora vorrebbe procrastinarla per presunte ragioni di sicurezza pubblica.
Resta invece immutata la situazione del Poetto di Quartu: qui i baretti sono in regola e potranno andare avanti per tutta l’estate. (m.l)