Messaggi all’Udc: «In Sardegna posizione insostenibile: liberiamoli»
D’Alema Berlusconi nell’isola con uno spirito coloniale: un fallimento
STEFANO AMBU
CAGLIARI.La realpolitik di Massimo D’Alema fa centro. Il messaggio, a pochi giorni dal ballottaggio Zedda-Fantola, è all’Udc. «Puntellare Berlusconi in Sardegna- ha detto ieri mattina a Cagliari- è insostenibile». Pugno. E poi carezza:.«Aiutiamoli - ha detto rivolto alla platea - a liberarsi». Dal premier, naturalmente. E Zedda? «Sarà il sindaco più giovane».
Abito grigio, cravatta bordeaux, occhialini leggeri, quasi invisibili, il presidente del Pd, nella sua discesa, a Cagliari, incassa applausi. E pure un affettuoso rimbrotto per la pronuncia del nome di Zedda, subito corretta al volo. «Il voto di Cagliari - dice subito - ma anche di Napoli è importante. Il segnale di riscossa non deve essere solo del Nord. Perchè noi del Mezzogiorno, ma anche le isole, siamo stati i più danneggiati. Berlusconi, venuto in Sardegna con spirito coloniale, ha offerto nell’isola una delle prove peggiori. Il fallimento è sotto gli occhi di tutti dalla crisi industriale alla protesta del movimento dei pastori. Il voto della Sardegna e di Cagliari sono stati uno scatto di dignità contro le promesse campate per aria del premier». Sia in conferenza stampa, sia nell’assemblea all’hotel Mediterraneo D’Alema si sofferma sul partito di Casini: «Sono amico di Mario Segni - dice - da tanti anni, ma la posizione dell’Udc in Sardegna è insostenibile, è di supporto al colonialismo». Un’ora più tardi D’Alema in viale Diaz di fronte a una platea di centinaia di persone ribadisce il concetto. «Diciamoglielo agli “amici che sbagliano”: le cose che succedono in Sardegna sono importanti. E gli elettori vedono le cose prima dei loro dirigenti. Liberiamoli da questa condizione». La replica di Segni arriva quasi in tempo reale. «Orgoglioso di aiutare Massimo Fantola edi fare la campagna elettorale per una persona onesta, seria e capace - ribatte - invece di insultare i veri liberali D’Alema dovrebbe darci quello che in Italia non c’è: una sinistra moderna, concreta e moderata». Tornando a D’Alema il clou della mattinata arriva con l’abbraccio a Zedda. E l’ inevitabile ovazione. «All’indomani del ballottaggio - è sicuro D’Alema - Zedda sarà il sindaco più giovane. Un grande segnale per le nuove generazioni». Feeling che cresce quando D’Alema ripercorre i suoi primi passi nel Pci. «A noi giovani aprì le porte un figlio della Sardegna». Non c’è nemmeno bisogno di nominarlo, Berlinguer. Il Pd e le altre forze del centrosinistra? «Nostri candidati - e qui D’Alema parla da presidente dei Democratici - poco visibili? Forse a Torino e Bologna siamo passati inosservati perchè abbiamo vinto subito. Vorrà dire che la prossima volta ci renderemo le cose più complicate. Siamo l’alternativa: il Pd è in prima linea anche quando in campo ci sono i candidati sindaco degli altri partiti. A Milano con Pisapia in corsa, come Pd abbiamo appaiato il Pdl: questo vorrà dire qualcosa». Nel pomeriggio la stroncatura di Fantola:«Lo sbarco di D’Alema conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che dietro la candidatura della Sinistra c’è solo la vecchia politica. A tutto questo io contrappongo tutta la mia determinazione, l’impegno a governare la nostra città con e tra la gente senza interferenze romane. Il mio programma di governo è credibile, fatto di concretezza e competenza e senza padrini romani. Cagliari ha bisogno delle energie e della buona volontà dei cagliaritani. L’arroganza e la supponenza di D’Alema sono la migliore rappresentazione di cosa è la Sinistra a Cagliari. Dopo aver sostenuto Soru ed ora Zedda, senza conoscere niente di Cagliari e con la consueta supponenza e arroganza, insulta il buon senso e l’intelligenza dei cagliaritani».