Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ballottaggi, tutti al voto con le stesse sigle

Fonte: La Nuova Sardegna
23 maggio 2011

  
Spunta il caso Ila-Cappellacci, ma i partiti dicono: «La politica fuori dall’inchiesta» 
 
 
 
 
CAGLIARI. Nessun apparentamento, si va ai ballottaggi con le liste del primo turno. I candidati che si contendono la guida di Cagliari, Iglesias e Sinnai hanno deciso di non cambiare e di cercare nuove alleanze direttamente tra gli elettori. In questo teso clima elettorale, è spuntato il caso dell’indagine sul crac dell’ex Ila di Portovesme in cui figura Ugo Cappellacci per una consulenza da commercialista.
I ballottaggi. Il turno di domenica e lunedì ha anche in Sardegna una forte valenza politica. Soprattutto a Cagliari, dove il giovane vendoliano Massimo Zedda parte in vantaggio sul riformatore Massimo Fantola: 45,15% del candidato del centrosinistra contro il 44,71%. Il centrodestra è invece in vantaggio a Cagliari, dove Luigi Perseu (Udc) si è fermato al 49,9% contro la giovane Marta Zedda (di Sel come Zedda) che ha raggiunto il 46,07%. Infine Sinnai dove il centrosinistra di Barbara Pusceddu (48,22%) è avanti a Paolo Flavio Zedda (42,31%). Non avendo fatto apparentamenti con liste che al primo turno avevano sostenuto altri aspiranti sindaci, i sei candidati rimasti in campo hanno ora due obiettivi: consolidare il consenso dei rispettivi schieramenti e conquistare quello degli elettori rimasti senza candidati sindaci. Non potendo contare su alleanze politiche vere e proprie, Zedda e Fantola a Cagliari, Perseu e Testa a Iglesias e Pusceddu e Zedda a Sinnai sono alla ricerca di alleanze da realizzare direttamente con gli elettori. Operazione non facile da concludere in pochi giorni. A Cagliari il caso politico più interessante è quello di Fli: a chi andrà il 4 e oltre per cento di voti ottenuti nel primo turno da Ignazio Artizzu. Il candidato sindaco, che è anche coordinatore sardo della formazione fondata da Gianfranco Fini, non si è pronunciato, ma l’altro consigliere regionale, l’olbiese Matteo Sanna, ha rotto gli indugi: «Se fossi cagliaritano voterei per Zedda».
L’inchiesta giudiziaria. In una situazione molto tesa è spuntato il caso giudiziario del crac della ex Ila di Portovesme che giovedì scorso ha portato all’arresto di tre ex amministratori e che vede, tra i 29 indagati, anche il presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci per una sua consulenza, da commercialista, alla procura di Cagliari nel 1999. Cappellacci ha detto di aver sempre agito correttamente e di voler quanto prima chiarire la sua posizione al magistrato. «Questo fatto non ha nulla di politico», ha commentato il coordinatore del Pdl, Mariano Delogu: «E poi essere indagati non significa essere colpevoli». Il capogruppo del Pdl Mario Diana ha aggiunto che «essendo una vicenda lontana e per niente politica, questo caso non ha alcuna rilevanza neppure sulle elezioni». E ha chiarito: «A Cagliari e Iglesias si poteva vincere già al primo turno, ora nessuno pensi di cercare questa inchiesta se domenica e lunedì, cosa che io non credo, si dovesse perdere». Il coordinatore dell’Idv, Federico Palomba, non ha voluto fare dichiarazioni: «Aspettiamo gli eventi, che la giustizia faccia il suo corso. Tra l’altro, questa è una situazione molto diversa dall’altra, cioé dall’inchiesta romana sull’eolico. Neanche su quella abbiamo voluto dare giudizi di merito, ma ci siamo limitati a criticare sul piano politico certe frequentazioni del presidente della Regione». «La nostra opposizione - ha detto Mario Bruno, capogruppo del Pd - non la facciamo con le inchieste giudiziarie. Sull’eolico abbiamo chiesto le dimissioni di Cappellacci per i suoi rapporti con Flavio Carboni e Denis Verdini a proposito della nomina in un ente regionale. Di questo presidente contestiamo il fallimento politico e amministrativo». Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Piras, segretario di Sel: «Non parlo mai delle inchieste, auspico che il lavoro dei giudici sia rapido, un presidente non può avere ombre».
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