IL CASO. Guerra sul consorzio, al Tar la richiesta di impugnazione
Contestate le tesi dell'Avvocatura dello Stato
Vedi la foto Nella guerra del porto entra anche il Comune. L'Avvocatura dello Stato, intervenendo in difesa dell'Agenzia del demanio, accusata dal Cacip di aver delimitato in modo arbitrario alcune aree del porto canale, ha messo in dubbio la validità delle delibere del Cacip e dello stesso consorzio. E palazzo Bacaredda interviene «in difesa degli interessi propri e della cittadinanza» e ricorre al Tar contro l'Avvocatura, per salvare il consorzio. «È a rischio la validità giuridica del Cacip», spiega preoccupato il direttore generale del Comune Pietro Cadau.
LA VICENDA Il 3 dicembre scorso il direttore marittimo di Cagliari, di concerto con la filiale cittadina dell'Agenzia del demanio, emette un provvedimento “definitivo” e delimita come aree demaniali portuali 300 ettari appartenenti al Cacip (Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari) e ad alcuni privati (le ditte Saci, Fradelloni, Cincotta e Grendi) che avevano comprato quelle aree dal consorzio. Le aziende, che nel frattempo sui quei terreni avevano pianificato investimenti, annunciano battaglia legale. Così il Cacip che nel febbraio scorso ha presentato ricorso contro la nuova delimitazione, chiedendo anche un sostanzioso risarcimento (160 milioni di euro). Ma ad aprile, l'Avvocatura distrettuale dello Stato fa a sua volta ricorso al Tar (nell'interesse del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, della direzione marittima dello stesso ministero, del Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche Lazio, Abruzzo e Sardegna, della Capitaneria di porto, del ministero dell'Economia, dell'Agenzia del demanio, l'Autorità portuale, il Consiglio superiore dei Lavori pubblici) contro il Cacip. L'Avvocatura chiede la dichiarazione di nullità del ricorso e della domanda risarcitoria del consorzio e anche la nullità delle delibere con le quali il consorzio industriale ha disposto dei terreni. Non solo. Contestate anche le procedure all'origine della costituzione del Cacip stesso.
LE CONTESTAZIONI «Secondo l'Avvocatura le riunioni e le decisioni del consorzio sono prive di validità giuridica», commenta Pietro Cadau, direttore generale di via Roma, «e per questo il Comune ha deciso di intervenire». Due i legali per resistere in giudizio: Carla Curreli dell'Avvocatura comunale e il professionista esterno Pietro Corda, avvocato sassarese. La spesa supera di poco i 20 mila euro. Il Comune possiede il 30% del Cacip, gli altri partecipanti al consorzio sono la Provincia di Cagliari e i comuni di Assemini, Elmas, Capoterra, Sarroch, Sestu e Uta.
Ennio Neri