Il sit-in degli indipendentisti di ProgReS
«Ciò che è nostro è nostro. E nessuno può permettersi di sottrarcelo o portarcelo via». Questo lo slogan degli indipendentisti di ProgReS che mercoledì davanti al Consiglio regionale e ieri in viale Trento davanti hanno organizzato un sit-in per attirare l'attenzione sulla “vertenza entrate” , in cui la Sardegna chiede allo Stato undici miliardi di euro.
«Quei soldi», dicono i manifestanti di ProgReS, «ci servono per decidere il nostro futuro. Una montagna di risorse, necessarie per dare risposte reali ai nostri operai, agricoltori, pastori e ricercatori, ma anche ai giovani precari e alle aziende in crisi. Sarebbero utili anche per le infrastrutture, per i servizi sociali, per la sanità e per le politiche del lavoro».
«Le amministrazioni comunali sono ferme», ha detto il segretario nazionale di ProgRes, Bobore Bussa, «e non possono favorire lo sviluppo, mentre lo Stato trattiene le nostre risorse. È ora di cambiare la classe politica che ci governa, per averne una che si occupi dei tanti problemi della nazione sarda. È fondamentale che sulla battaglia delle entrate tutti quanti, compresi i partiti italiani, abbiano l'obiettivo di recuperare ciò che ci appartiene». ( se. at. )