Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Si sceglie il successore di Floris

Fonte: L'Unione Sarda
13 maggio 2011

In pista per la guida del municipio ci sono nove candidati: cinque sono donne

  Il favorito Fantola vuole respingere l'assalto dello sfidante Zedda La continuità («nel segno dell'innovazione») assicurata da Massimo Fantola o la rottura con il passato («a favore di tutte le Cagliari che ci sono») di Massimo Zedda? La destra "dura e pura" di Ignazio Artizzu o le pulsioni indipendentiste evocate da Claudia Zuncheddu e Ornella Demuru? Oppure la promessa di una «disinfestazione dei Consigli comunali» (alla maniera di Beppe Grillo) da parte di Emanuela Corda o le ricette minime («ma di buon senso») delle piccole realtà capitanate da Gianmario Muggiri, Michela Melotti e Patrizia Serra?
LA CARICA DEI CANDIDATI Non si può certo dire che gli elettori cagliaritani non avranno di che scegliere, nel voto di domenica e lunedì per individuare il successore di Emilio Floris. Nove candidati a sindaco (cinque donne), 31 liste e 1147 aspiranti consiglieri. Una valanga di proposte che, data la dispersione e il disinteresse fin qui mostrato dalla città per la campagna elettorale, rischia di rimanere in gran parte inascoltata.
IL SISTEMA BIPOLARE Perché lo schema, potenza di un bipolarismo che (nonostante le periodiche crisi) nell'elettorato è ormai un riflesso condizionato, è quello solito delle elezioni comunali cagliaritane: fortissimo radicamento dei candidati a consiglieri e risultato che si gioca su questioni più pragmatiche che ideali.
CENTRODESTRA Per questo nel quartier generale di Massimo Fantola, il leader dei Riformatori sardi scelto dal centrodestra per succedere a Emilio Floris, si ostenta sicurezza: «La nostra è una proposta vincente, capace di assicurare alla città una ferma prosecuzione del buon lavoro fatto dai due sindaci di centrodestra che si sono alternati dal 1993 a oggi, con una aggiunta di innovazione e di un progetto economico modellato sulle mutate esigenze della società». L'ingegnere cagliaritano può contare su liste fortissime, che ospitano candidati che potenzialmente sono in grado di assicurare un risultato che potrebbe chiudere la partita già al primo turno. «Siamo pronti per governare - dice Fantola - lo faremo cercando il coinvolgimento della città, il consenso informato, su tutte le scelte che contano».
CENTROSINISTRA Dalle parti del suo principale avversario, il consigliere regionale di Sel Massimo Zedda, capace di sbaragliare il senatore del Pd Antonello Cabras alle primarie di coalizione, c'è invece una fiducia opposta: «Ora tocca a noi - ribadisce il giovane candidato - perché questa città si merita una svolta e un futuro migliore, all'insegna di opportunità che in tanti aspettano da tempo». E via a un rosario di questioni aperte e irrisolte: «Una casa a canone moderato per le giovani coppie, più trasparenza amministrativa e una presa di distanza dai poteri forti che hanno condizionato la gestione della cosa pubblica». Zedda sa che la vera sfida, per lui e per la coalizione di centrosinistra che lo sostiene, è quella di riuscire a portare l'avversario al ballottaggio, cercando di raggiungere almeno il 40 per cento dei consensi. Risultato minimo per poter sperare di avere la maggioranza in Consiglio nel caso di un successo nel successivo ballottaggio.
GLI SFIDANTI Gli altri sette candidati hanno poche speranze ma obiettivi precisi: Artizzu sogna di poter togliere a Fantola i voti necessari per vincere al primo turno, la Zuncheddu e la Demuru vogliono gettare le basi per far crescere un progetto indipendentista (sono due, alternativi tra loro e per questo indeboliti già alla nascita), mentre gli altri rischiano di raccogliere solo il voto di protesta.
I TEMI Le sfide per il futuro prossimo sono molteplici e complicate: una città che invecchia e si spopola, il lavoro che non c'è, i servizi sociali, il traffico, i parcheggi, le infrastrutture, lo sviluppo turistico, una macchina burocratica elefantiaca, il rapporto spesso problematico con la Regione e con i centri dell'area vasta. Senza tacere della crisi in cui versa la Fondazione del Teatro Lirico, a rischio bancarotta.
IL FUTURO Ce ne sarebbe abbastanza per far tremare i polsi a chiunque, anche in considerazione della prossima entrata in vigore del federalismo municipale. Una novità che obbligherà i prossimi amministratori a inventarsi qualcosa per aumentare la produzione di ricchezza e, di conseguenza, le entrate nelle casse comunali. In caso contrario le alternative saranno due: aumentare i tributi, rischiando una rivolta da parte di contribuenti che si sentono già tartassati, o tagliare il welfare e gli investimenti pubblici. Ipotesi che, per ora, non sono all'ordine del giorno. Questo è il tempo delle promesse elettorali (che in questa campagna non sono state comunque mirabolanti, da parte di nessuno) e della ricerca del consenso. Per farsi venire il mal di testa c'è tempo. Almeno fino a martedì prossimo.
Anthony Muroni