CAMBIAMENTO
CAMBIAMENTO
«Io - risponde Zedda - incarno il rinnovamento, chi ha amministra da vent’anni non può dirsi nuovo». Il difetto di Fantola? «Si definisce riformatore e non ha riformato niente». Il pregio? «Non ha commesso gaffes come la Moratti». Il primo atto? «Subito renderò istituzionale il dialogo con le associazioni delle imprese e del lavoro e con i cittadini. E’ l’impegno che ho preso perché la politica smetta di essere autoreferenziale e metta insieme tutte le energia della città per costruire il futuro».
CAPITALE
«Nessuno, da quando è caduto l’impero romano, riesce a rappresentare da solo tutto il Mediterraneo. Cagliari può avere un ruolo iniziando a diventare capitale della propria isola. E’ credibile e realizzabile l’idea che Cagliari, dotandosi finalmente di un progetto di cooperazione internazionale, porti la Sardegna nelle relazioni con i Paesi del Mediterraneo».
GIOVANI
«Ai disoccupati si aggiungono i precari. Il primo punto del mio programma - insiste Zedda - è la pubblica amministrazione: assicurare trasparenza ed efficienza per dare risposte rapide ed efficaci al mondo delle imprese, della cooperazione, delle professioni e del lavoro con l’obiettivo di creare occasioni di sviluppo. E penso a una città universitaria fondata sull’innovazione, la ricerca, con un campus universitario inserito in un sistema intermodale di trasporti e d’estate aperto ai turisti di tutta europa come un grande ostello. Per ospitare gli altri fuori sede, penso alla riqualificazione degli immobili pubblici e privati con incentivi per abbassare gli affitti. E c’è l’idea di una Carta dello studente che garantisca vantaggi e risparmi in tutti i campi. Gli immigrati? Molti sono già cittadini cagliaritani, hanno attività economiche. Il rapporto con le comunità deve essere pensato nell’ottica dell’integrazione, e uno degli esempi è la festa Etnica, anche come garanzia di sicurezza e qualità della vita».
TURISMO
«E’ una prospettiva vera, bisogna però capire cosa promuovere di Cagliari in diverse direzioni perché, appunto, non sia un settore di nicchia. Ai croceristi che girano la città per cinque ore va data un’immagine talmente positiva di servizi e riqualificazione urbana da convincerli a tornare e a parlarne. Una città dell’ambiente, della cultura, del patrimonio archeologico, della bellezza del centro storico, una città come porta della Sardegna, delle tradizioni, dell’enograstronomia. dell’artigianato di qualità. E una città possibilmente sempre meglio collegata con il mondo».
SPOPOLAMENTO
«Ventimila giovani hanno lasciato la città negli ultimi quindici anni. Va ripresa una politica sulla casa, a partire dal patrimonio publico. Si darebbe anche più occupazione anche nel settore dell’edilizia. Va quindi adeguato il Piano urbanistico e inoltre bisogna finalmente dotare Cagliari del piano particolareggiato del centro storico, piano del colore e gli altri sistemi di pianificazione che consentono di autorizzare il recupero e la riqualificzione degli immobili, che vanno realizzati con nuovi e adeguati incentivi anche ai privati».
MONUMENTI
«Per Tuvixeddu un parco che faccia conoscere la necropoli punica. Per l’Anfiteatro già dal 2006 ho proposto un concorso di idee per utilizzrlo ancora per gli spettacoli ma tutelando e valorizzando il sito archeologico. I ritardi sinora accumulati rischiano di far saltare la stagione estiva. Il modello può essere quello delle Terme di Caracalla. Mentre per i grandi eventi si può realizzare un un’arena, ad esempio trasformando in un parco la zona militare tra Calamosca e Sant’Elia».
SPORT E STADIO
«Se il Cagliari Calcio - dice Zedda - fosse indisponibile a usare il Sant’Elia per costruire altrove un altro stadio, per la città sarebbe una perdita. In ogni caso, come ha proposto Gigi Riva, il Sant’Elia adeguatamente riqualificato deve essere in grado di ospitare manifestazioni internazionali e garantire spazi alle federazioni per le singole società. Già oggi lo spazio estermo viene utilizzato da migliaia di cittadini, è giusto creare aree attrezzate».
CHIESA
«Penso a un rapporto laico e di profondo rispetto. Ho visitato il centro diocesano di accoglienza, che garantisce un servizio imporante. La Chiesa svolge un ruolo importante, ad esempio attraverso la Caritas. Anche per i servizi sociali deve esserci un dialogo costante per unire le forze e creando possibilmente le condizioni perché le fascie più deboli possono uscire dallo stato di bisogno».
CAMBIAMENTO
«Queste elezioni - risponde Fantola - sono la dimostrazione che io sono un riformatore nei fatti e non a parole. Io, assieme a tanti amici, ho lottato e ho vinto il referendum per l’elezione diretta del sindaco, io ho presentato una proposta di legge per il limite di mandato in Consiglio regionale: e anche se non è passata per coerenza non mi sono ricandidato. Non ho ancora visto le riforme fatte o soltanto presentate in Consiglio regionale dal mio avversario». Il pregio di Zedda? «È un bravo ragazzo». Il difetto? «Per fare il sindaco non basta». Il suo primo atto? «Non so se sia il più importante, ma l’ho promesso e lo farò: il primo giorno da sindaco andrò nelle case parcheggio di via Peschiera».
CAPITALE
«Cagliari è centrale nel Mediterraneo. Lo è geograficamente lo può e lo deve diventare dal punto di vista politico ed economico. Ci sono le condizioni, ci sono gli strumenti e ci sono le capacità. Cagliari deve concorrere con le altre città europee e italiane. Il mio programma renderà possibile tutto questo, con una forte accelerata sul versante turistico, dando servizi, potenziando le strutture, rendendo Cagliari davvero internazionale».
GIOVANI
«Il mio programma - dice Fantola - ha una parola d’ordine: lavoro. Ogni azione politica, ogni decisione dovrà avere l’obiettivo di nuova occupazione. Lo possiamo fare cambiando il modello economico, puntando su turismo, cultura ambiente, ricerca, nuove tecnologie e meno burocrazia. Si rimetterà in moto l’economia. Non posso accettare che tanti giovani siano senza lavoro, altri addirittura abbiano perso la speranza di trovarlo. Per non parlare dei cinquantenni che da un giorno all’altro si sono trovati disoccupati o in cassa integrazione». L’università? «Va realizzato il campus. Io non sono favorevole ai casermoni che vorrebbero i nostri avversari. Sono brutti e ghettizzanti. Gli studenti devono essere integrati con i cagliaritani. Dunque penso a un campus moderno e funzionale ma anche a un campus universitario diffuso, soprattutto nel centro storico. I fondi ci sono, le idee pure. È chiaro che bisognerà realizzare servizi, autobus e bus navetta dedicati. Penso a una card per i giovani». Immigrati? «Cagliari si è sempre distinta per l’accoglienza. E l’integrazione serve anche per evitare che si ingeneri paura. Voglio una città cosmopolita, ma pure rispetto delle leggi e delle regole della convivenza civile».
TURISMO
«Io non credo che il turismo sia il modo per risolvere tutti i problemi. Penso però che sia un settore che trainerà tutti gli altri, dal commercio all’artigianato, dalla cultura all’ambiente. Dunque punteremo sul turismo. Ma non fai da te: dobbiamo fare di Cagliari una vera e propria industria turistica, con servizi all’avanguardia e inventiva, progetti forti e validi. Bisognerà cambiare la nostra mentalità, certo. Ma questo è indispensabile per raccogliere presto i frutti».
SPOPOLAMENTO. «I costi delle abitazioni a Cagliari sono altissimi. Per questo dobbiamo usare il social housing: case convenzionate e diffuse in tutta la città. Non voglio ghetti. Sarebbe un errore gravissimo. Con questo strumento e anche con una politica di sostegno agli affitti riusciremo a far tornare a Cagliari tanti giovani che sono andati via e consentiremo a chi vuole farsi una famiglia di poter restare in città se lo desidera».
MONUMENTI.
«E’ giusto che su Tuvixeddu e Anfiteatro ci sia confronto ma a una condizione: che si arrivi a una soluzione. Bisogna mettere d’accordo interessi contrastanti: tutela dell’ambiente e dell’economia della città. Io ho conosciuto Tuvixeddu pieno di sterpaglie e topi: non lasciamolo così. Apriamo subito il parco. L’ Anfiteatro deve essere un sito archeologico accessibile ma continuare ad essere una location meravigliosa per le grandi manifestazioni culturali. Le soluzioni ci sono, bisogna attuarle».
SPORT E STADIO
«Da tifoso rossoblù - spiega Fantola - vorrei lo stadio a Cagliari. Però penso anche che gli interessi della città e del Cagliari Calcio possano essere divergenti. Da sindaco mi appellerò a ogni minimo spazio di trattativa perché lo stadio dei rossoblù sia in città».
CHIESA
«Il rapporto con la politica? Non considererei mai come un’interferenza un suo richiamo etico. Inoltre, la Chiesa è parte essenziale della vita della città. Le parrocchie, la Caritas, i volontari ogni giorno si impegnano con tutte le forze per dare assistenza a tante famiglie. Cagliari deve molto a questo impegno».
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