Il ministro degli Esteri in visita per sostenere il candidato Fantola
PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, ieri in visita a Cagliari per sostenere il candidato sindaco Massimo Fantola, ha parlato della condizione insulare sarda, del suo ruolo nel Mediterraneo, della Libia e della normalizzazione della questione immigrati. Il ministro è il deputato del Friuli Venezia Giulia, e dice di comprendere le ragioni delle regioni a statuto speciale. Però qui il problema non son le terre irredente o le minoranze linguistiche; in Sardegna si parla di collasso economico, disoccupazione, lontananza geografica e istituzionale col resto d’Italia e d’Europa. I nostri governanti isolani non dialogano con l’istituzione europea e i problemi cominciano ad incancrenirsi. Come il caro-traghetti, per il quale Frattini sostiene di essersi investito per attuare la mozione Insularità proposta dal deputato Pdl Mauro Pili in primis, sostenendo che l’autonomia è un valore aggiunto, e «tutto il nostro impegno deve volgere a trasformare il concetto di insularità in un’occasione di crescita e compensazione per la Sardegna». Per quanto riguarda il ruolo dell’isola nel Mediterraneo, il ministro ha anticipato, in confidenza, il tema dell’incontro, avvenuto qualche giorno fa, tra il presidente Ugo Cappellacci ed una commissione operativa del Qatar qui a Cagliari: la pianificazione di investimenti sembra possibile, e come afferma il ministro «non si tratterà di azioni dappoco». L’isola «potrà fungere da ponte per creare joint venture per lo sviluppo artigianale e tessile sulla riva meridionale del Mediterraneo». Anche le aziende sarde sono invitate a partecipare. Sta proprio qui la ricetta per bloccare le immigrazioni; produrre sviluppo in terra africana, ma a tale proposito il ministro bastona l’Europa, «ha lasciato il Frontex inattivo, addossando sull’Italia e su Malta l’onere dei pattugliamenti».