VIA ROMA. Dove passa il corteo
Vedi la foto Sono attesi più di diecimila manifestanti al corteo organizzato per oggi dal Movimento Sulcis artigiani e commercianti liberi. Il ritrovo è previsto per le 9,30 nel piazzale Marco Polo, davanti alla Fiera. La protesta, rivolta in particolare contro Equitalia accusata di aver messo in ginocchio tante imprese sarde già colpite dalla crisi, si trasferirà poi in via Roma, sotto il Consiglio regionale. «Faremo sentire ai politici il disagio di commercianti, artigiani e piccoli imprenditori del settore produttivo sardo», spiegano gli organizzatori.
Otto le principali richieste fatte dal movimento: approvazione di una moratoria fiscale e contributive; blocco degli sfratti e dei pignoramenti emessi in conseguenza di crisi aziendali negli ultimi due anni; eliminazione delle sanzioni inflitte a vario titolo a fronte di mancati pagamenti previdenziali e contributivi: riduzione del carico degli interessi di mora e dilazione dei pagamenti in 180 rate; intervento dei fondi di garanzia per sostenere le aziende esposte con Equitalia e istituti di credito; eliminazione degli studi di settore perché non veritieri con la realtà produttiva sarda; attuazione della zona franca fiscale; sblocco e velocizzazione degli appalti per gli investimenti pubblici.
Dal comando della Polizia municipale arriva un invito a tutti gli automobilisti: per tutta la mattina è meglio evitare di transitare con auto e camion in via Roma e viale Diaz che saranno chiuse al traffico e restare lontano anche dalla strade vicine che subiranno le conseguenze.
Sulla vertenza Equitalia si sono espressi ieri e oggi anche i due principali candidati a sindaco: «Il primo nodo da sciogliere è quello delle ganasce fiscali, a cui diciamo no perché sono quelle a determinare una crisi irreversibile della micro, piccola e media impresa», ha detto ieri Massimo Zedda. «Approfondirò l'operato di Equitalia in base al contratto attuale e non lo rinnoverò alle stesse condizioni. Il piano di rientro del debito sarà concordato con dilazioni più ampie e a un tasso meno oneroso», è l'opinione di Massimo Fantola. (m.v.)