Pd, il tour sardo di Rosy Bindi
Rosy Bindi vede un Berlusconi finalmente battibile. «Noi del centrosinistra a dire il vero lo abbiamo battuto già due volte», ricorda la presidente del Pd nella sua visita elettorale in Sardegna, «adesso pensiamo di riuscirci anche meglio. E non grazie ai giudici. La maggioranza degli italiani non sta più con Berlusconi».
Forse neppure l'elettorato della Lega, «molto inquieto coi suoi dirigenti. Non ha avuto un vero federalismo; era il partito della legalità e vota vere e proprie amnistie utili solo al Cavaliere. E non so cosa possa dire la Lega agli imprenditori».
Insomma, se il voto andasse in un certo modo «Bossi dovrà rivedere qualcosa». E la presidente democratica è convinta che le amministrative possano avere un buon esito per il centrosinistra: «Siamo fiduciosi, né i sardi né il resto degli italiani cadranno ancora nelle promesse di Berlusconi». Come quelle ribadite in Sardegna due giorni fa: è il segretario Silvio Lai, incontrando la stampa con Rosy Bindi, a incaricarsi di smontarle. «Della Sassari-Olbia sono finanziati appena 2,6 chilometri, il caro tariffe della Tirrenia deriva solo dalla gestione dilettantesca della gara per la vendita. Per la Olbia-Arzachena mancano 280 milioni, altro che 30. Quello del premier è stato - conclude Lai - uno show vergognoso e offensivo per i sardi».
Parla dell'Isola anche Bindi, che nel suo breve tour tocca Sinnai (per sostenere la candidatura di Barbara Pusceddu), Villacidro (con Teresa Pani), Cagliari (Massimo Zedda) e Iglesias (Marta Testa): «Non voglio fare allarmismo parlando di problemi di ordine pubblico, certo però la vostra regione viene sempre citata quando si ripercorrono le statistiche sulla crescita della disoccupazione, specie giovanile, e della cassa integrazione. Il Sulcis è l'emblema dell'abbandono, sulla chimica non si sa cosa si voglia fare».
Problemi strutturali, le cui responsabilità sono stratificate e diffuse: «Anche nostre, ma un pezzettino. Invece guardate ciò che sta facendo il centrodestra in Sardegna: non si può certo paragonare la Regione attuale con quella di Soru. In quel periodo ci sono stati segnali importanti, poi il percorso è stato interrotto prematuramente: ma speriamo che in qualche modo riprenda».
Giuseppe Meloni