Rodin (Pd)
Vedi la foto Fabrizio Rodi, candidato per il Pd, si ripresenta cinque anni dopo aver sfiorato l'elezione. Con quale spirito?
«Il confronto con gli elettori è sempre un appuntamento importante, alle comunali c'è uno stimolo in più, visto che si ha la possibilità di fare il bene della propria città».
Come l'aiuterà l'esperienza maturata nel mondo del volontariato?
«Quando parlo di questi temi ricordo sempre che il più grande insegnamento che proviene da quegli ambienti è quello del fare sempre squadra. Da soli non si va da nessuna parte, è per questo che bisogna andare oltre i personalismi e le beghe vuote e fini a se stesse».
Qual è l'emergenza più grande?
«Certamente quella del lavoro. Non avverto sulla mia pelle questo problema ma ho tanti amici giovani che combattono con la precarietà e l'assenza di prospettive. Dobbiamo riuscire a incidere».
Una cosa che funziona e una da cambiare subito?
«All'interno della macchina comunale c'è un problema di accessibilità da parte dei cittadini alle delibere, ai bandi di concorso. Il Comune deve diventare una casa di vetro, nell'interesse di tutti. Propongo ai miei elettori propongo un patto: io mi impegno a non fare il politicante, a informarmi e a studiare, a loro chiedo di non pretendere favori o favoritismi. Il confronto sarà continuo e franco».
A. Mur.
(Fabrizio Rodin ha 35 anni, è avvocato, da oltre un ventennio vicino al mondo degli scout, ha appena finito di leggere "L'arte della guerra", di Sun-Tzu)