CAGLIARI. Ieri la presentazione del libro scritto dal presidente della Camera
Fini a ruota libera su elezioni, economia e legalità
Vedi la foto «L'Italia che vorrei? È certamente diversa da quella che immaginavo nel 1968, e metà degli anni '80 e nel 1994, quando ho fatto le scelte più importanti della mia vita politica. Quando non potevo immaginare che sarei diventato ministro degli Esteri, vicepresidente del Consiglio e presidente della Camera. Ma scelte e opinioni tengono conto del momento storico. E io, oggi, sogno un'Italia normale, nella quale il rispetto delle istituzioni, della legalità e il rispetto degli avversari siano nel Dna di tutti i protagonisti della politica». Così il presidente della Camera Gianfranco Fini, ieri all'hotel Mediterraneo di Cagliari per presentare il suo libro “L'Italia che vorrei” ha sintetizzato il suo impegno di questi ultimi anni.
LE SCELTE Una posizione che è arrivata al termine di svolte, scelte difficili, «anche di errori da parte mia», ha ammesso il leader di “Futuro e libertà”, parlando del divorzio da Berlusconi, consumato dopo 16 anni di alleanza: «Non sono andato via dal Pdl, nel quale credevo tantissimo, ma sono stato messo alla porta perché ritenuto un disturbatore. Per me sarebbe stato molto facile vivere di rendita, ancora per tanti anni. Ma ho dimostrato che è possibile non derogare dai propri principi, a rischio di mandare all'aria un comodo futuro politico».
LE ELEZIONI In una sala piena di simpatizzanti arrivati anche da altre parti dell'Isola, il presidente ha apprezzato «il coraggio» mostrato da Ignazio Artizzu candidandosi a sindaco di Cagliari, mandando un messaggio a distanza al candidato di centrodestra Massimo Fantola: «Aveva preso un impegno con me, a proposito dell'alleanza. Mi spiace che, una volta subito il veto del Pdl nei confronti di Fli, non si sia fatto nemmeno sentire». Rispondendo a una domanda sulle elezioni di Olbia, dove gli esponenti locali del suo partito sono schierati nella coalizione civica che si oppone al berlusconiano Nizzi, Fini ha dovuto prendere atto che la sua promessa di non schierare mai Fli al fianco della sinistra è stata disattesa: «Ma si tratta di scelte locali, inquadrate in una coalizione civica e limitate alle elezioni amministrative - ha ribadito - in fondo noi siamo rimasti accanto al sindaco che era stato eletto col centrodestra. Non è colpa nostra se il Pdl non lo vuole più. Credo che dalla Gallura Berlusconi riceverà brutte sorprese».
LA CRISI ECONOMICA In chiusura una presa di posizione sulla crisi economica che attanaglia la Sardegna: dai pastori in perenne crisi (e picchiati dalla Polizia a Civitavecchia) alla miseria creata nel Sulcis dalla chiusura delle fabbriche, passando per la vertenza Equitalia: «Premesso che non conosco, nel merito, le questioni specifiche che riguardano la Sardegna, credo che la situazione sia così grave che non può più essere rinviato un patto nazionale tra centrodestra e centrosinistra per mettere mano a una riforma di sistema. Altrimenti la politica continuerà a limitarsi a fare promesse mirabolanti, che non potranno essere onorate».