La preoccupazione del sindacato per la sorte sempre più incerta della Fondazione
CAGLIARI. «Il flop di Marco Carta in un teatro desolatamente vuoto, un direttore ospite contestato dagli organici artistici per manifesta impreparazione, una campagna abbonamenti che non decolla, un forte ritardo nella preparazione della stagione lirica e di balletto, una situazione economico-finanziaria ancora in fase di definizione con un pericoloso ritardo nella ristrutturazione del debito»: è la situazione del teatro lirico secondo la Slc-Cgil, che manifesta preoccupazione anche per l’ipotesi di regionalizzazione del teatro («un progetto che resta misterioso») attraverso una stretta collaborazione con Sassari.
«Pur riconoscendo l’evidente difficoltà incontrata dal sovrintendente nel gestire una situazione di crisi senza la necessaria liquidità, il quadro resta molto preoccupante - scrive la segreteria provinciale in una nota - e quello che più preoccupa è che su tutti i punti, chi nel teatro lavora, aveva espresso delle perplessità. Il sovrintendente dovrebbe fidarsi di chi conosce il difficile pubblico isolano ed accettare la collaborazione di chi ha in mente solo il rilancio del teatro».
Slc-Cgil ribadisce che «è urgente un inversione di rotta, occorre sciogliere le riserve e nominare un direttore artistico, predisporre una programmazione di interesse e richiamo, partire con la stagione lirica, utilizzare le risorse necessarie per realizzare prodotti di qualità. Riappropriarsi di un rapporto privilegiato col pubblico riportando tra le attività core del teatro la biglietteria».
Slc-Cgil chiede infine «un piano industriale serio» e «che la programmazione venga presentata coni relativi costi». Infine lancia una provocazione: «Il presidente e il consiglio di amministrazione che fine hanno fatto?» e avverte che «prima di confrontarsi su percorsi di rigore e derogare su contratti nazionali e integrativi» si deve procedere a una «verifica di privilegi e consuetudini derivanti da interpretazioni arbitrarie dei contratti, questo per il dovuto rispetto a tutti i lavoratori del teatro».