Il Partito comunista dei lavoratori non prende le distanze dall'episodio di venerdì
Slogan contro Fantola: solidarietà di Cappellacci e Massidda
E dopo gli insulti di venerdì al candidato sindaco del centrodestra Massimo Fantola, è il momento della solidarietà all'esponente dei Riformatori. Come quella espressa ieri dal presidente della Regione Ugo Cappellacci, che parla di «pochi facinorosi, certo non confondibili con la dinamica delle manifestazioni sindacali», che non hanno «niente a che spartire con le rivendicazioni dei sindacati sul lavoro e sullo sviluppo». Il governatore ha sottolineato: «Per queste ragioni esprimo la mia solidarietà a Massimo Fantola e la mia totale disapprovazione per la contestazione al candidato sindaco di una città che, soprattutto in campagna elettorale, si è sempre distinta per la civiltà e la correttezza delle regole e della rappresentanza».
I cori di ieri (ripresi in un video che circola su Youtube e Facebook) sono stati rivendicati dal Partito comunista dei lavoratori, che in un comunicato firmato dai suoi rappresentanti ha spiegato: «I Fantola, i Cappellacci e i Delogu rappresentano la classe politica che sostiene il sultanato Berlusconi e il suo parlamento di nominati, cioè coloro che promettono in cambio delle loro elezioni il benessere dei cittadini». Per questo il Pcl propone di «fare come Egitto e Tunisia».
Anche il senatore del Pdl Piergiorgio Massidda ha condannato gli slogan di venerdì mattina: «Gli insulti a Massimo Fantola sono vergognosi. Spero che i moderati del centrosinistra prendano le distanze da atti di simile gravità e mi auguro che Massimo Zedda, pur essendo orgoglioso degli stessi vessilli, abbia la forza e la personalità di prenderne le distanze». Una presa di distanze che, almeno fino a ieri sera, non è arrivata.