Nuovi impegni su strade e vertenze dopo le promesse del 2009 e i successivi ritardi
Intervista al premier e leader del Pdl: oggi sarà a Olbia
FILIPPO PERETTI
CAGLIARI Silvio Berlusconi è oggi a Olbia per appoggiare la candidatura di Settimo Nizzi alle elezioni comunali del 15 e 16 maggio. In questa intervista il presidente del Consiglio, che alle elezioni regionali nel 2009 aveva girato tutta l’isola a sostegno di Ugo Cappellacci facendo grandi promesse, replica alle polemiche sui ritardi e rinnova gli impegni a favore dell’isola.
- Presidente Berlusconi, le elezioni amministrative sono un test politico per il governo. A questo proposito viene ricordato che nel 2000 D’Alema, che aveva dato al voto la stessa valenza, si era dimesso in seguito alla sconfitta del centrosinistra alle elezioni regionali. Cosa succederà se il centrodestra dovesse perdere?
«La differenza tra il 2000 ed oggi è sostanziale: il governo D’Alema non aveva nessuna legittimazione popolare. Il nostro governo invece ha ricevuto un preciso e chiaro mandato dagli italiani».
- Qual è, allora, il test politico?
«Queste elezioni amministrative hanno una valenza politica perché daranno una conferma ulteriore alla volontà popolare. Anzi, un voto per noi positivo significa avere una spinta ulteriore all’azione di governo».
- E’ sicuro della tenuta della maggioranza parlamentare?
«Tutte le votazioni alla Camera dal 14 dicembre in avanti, e da ultima quella di questa settimana sulla mozione sulla Libia, hanno confermato che la nostra maggioranza è sempre solida e coesa. Il tentativo di rovesciare il governo con un gioco di Palazzo è fallito ed è alle nostre spalle. Noi guardiamo avanti: abbiamo i numeri per governare e, finalmente, per fare quelle riforme dell’architettura istituzionale dello Stato, del fisco, della giustizia e delle intercettazioni che sino ad ora a causa dei veti di Casini e di Fini non era mai stato possibile neppure iniziare a discutere».
- Nel 2009 lei ha condotto una campagna elettorale molto intensa in Sardegna a sostegno di Cappellacci e ha impegnato il governo a favore dell’isola. A distanza di due anni ci sono molte polemiche per i ritardi: dalla strada statale Sassari-Olbia al blocco dei fondi Fas, dalle nuove entrate fiscali alle vertenze industriali Vinyls e Portovesme, per parlare delle più rilevanti, sino alla questione dell’insularità e dei trasporti. Quali impegni può prendere?
«Andiamo per ordine. Per la Sassari-Olbia i cantieri saranno aperti entro l’anno e l’opera è interamente finanziata. Le gare d’appalto per i primi lotti sono già stati pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. L’intero progetto è stato approvato dai ministeri competenti compresa la valutazione d’impatto ambientale».
- Quando ci sarà lo sblocco dei fondi Fas?
«Di concerto con la Regione stiamo cercando di definire un piano che preveda l’individuazione di interventi strategici per concentrare le risorse e affrontare i nodi chiave dello sviluppo. I fondi sono disponibili, ora occorre centrare bene gli obiettivi, perché non possiamo sbagliare. Le risorse non sono tantissime e bisogna utilizzarle al meglio».
- Nell’isola cresce l’allarme per le vertenze industriali.
«Sulle vertenze industriali abbiamo perseguito tutte le soluzioni possibili. Abbiamo chiuso positivamente quella difficilissima dell’Alcoa e stiamo definendo quella di Eurallumina, abbiamo fatto un bando per la Vinyls ma gli operatori che si sono proposti non si sono mostrati all’altezza e quindi con il ministro Romani abbiamo riaperto i termini per valutare altre offerte».
- Ed è esploso anche il caro traghetti. Cresce la preoccupazione e non solo per la stagione turistica.
«Il caro traghetti preoccupa anche me. Ho già chiesto ai ministri competenti Romani e Matteoli di convocare subito un vertice con il commissario straordinario della Tirrenia per porre urgentemente rimedio a questa situazione insostenibile».
- Cosa può fare il governo?
«Lo Stato, anche se non ha più una competenza diretta, deve svolgere una funzione di controllo proprio perché è ancora in essere un contratto di servizio pubblico con la Tirrenia per la continuità territoriale da e per la Sardegna. I ministri competenti dovranno far rispettare quel contratto, prevedendo eventualmente il riconoscimento dell’incremento dei costi di carburante. Una cosa è certa: la Sardegna, proprio perché è un’isola deve poter essere collegata con il resto del Paese a pari condizioni rispetto a tutte le altre regioni italiane ed europee».
- Le due votazioni politicamente più impegnative in Sardegna sono quelle di Olbia e di Cagliari. Bersani, parlando di emergenza democratica, ha detto che quella di Olbia, dove lui sostiene la coalizione civica di Giovannelli che va da Sel a Fli, è una battaglia di legalità. Lei arriva a Olbia a fianco di Nizzi, che anni fa, da sindaco, le diede la cittadinanza onoraria. Teme di perdere nella sua seconda patria?
«Quando non sanno cosa dire, questi signori della sinistra parlano di legalità, di democrazia. Parole al vento per nascondere le proprie responsabilità. Olbia deve ritornare a vincere, dopo quattro anni di letargo. Da cittadino di Olbia sento il dovere di dire che Olbia ha nuovamente bisogno del sindaco del fare, di colui che ha trasformato l’immagine di una città disordinata e abbandonata per farla diventare una capitale del turismo, della qualità della vita, della valorizzazione ambientale. Sono certo che i cittadini di Olbia sapranno riconoscere e premiare gli uomini del fare e sapranno invece prendere le distanze da quei personaggi che hanno ceduto alle sirene del trasformismo».
- A Cagliari per la prima volta il centrodestra, che qui ha sempre vinto, non è guidato da un esponente del Pdl ma da Fantola, leader dei Riformatori sardi. E il centrosinistra punta decisamente alla vittoria con il giovane vendoliano Zedda. E’ preoccupato?
«Noi sosteniamo con convinzione Massimo Fantola perché è stato riconosciuto da tutti come la sintesi della nostra coalizione. Abbiamo fatto una scelta di continuità con il governo del fare che ha caratterizzato l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Floris. Sono stati gli anni in cui la città è diventata sempre più accogliente e dove la scelta strategica del turismo ha guidato il processo di cambiamento che con Fantola sindaco porteremo avanti. Sono convinto che i cittadini di Cagliari non metteranno in alcun modo a rischio il futuro della propria città e confermeranno la guida sicura su una strada già tracciata per fare di Cagliari una vera Capitale nel Mediterraneo».
- Le elezioni saranno un test politico anche per Cappellacci, che nel 2009 aveva promesso una svolta dopo l’esperienza di Soru. Di recente la giunta è stata criticata duramente dai sindacati e dalle organizzazioni delle imprese. Qual è il suo giudizio? Che fare contro il costante aumento della disoccupazione soprattutto giovanile?
«La giunta Cappellacci ha ereditato una Sardegna stremata dopo cinque devastanti anni di governo di Soru e compagni. Disoccupati alle stelle, progetti strategici come strade, metanodotto, energia bloccati da scelte nefaste per la Sardegna e per i sardi. La grave crisi internazionale non c’è stata d’aiuto e sappiamo che dovremo fare di più. Solo entro settembre, con la definitiva approvazione del Piano per il Sud, avremo certezza sui progetti da effettuare subito e sulle risorse. E così potremo dare risposte concrete ai tanti giovani in attesa di un’opportunità per il futuro».
- Vi preoccupa la presenza di liste di Fli e il rischio di erosione di voti dal centrodestra?
«Assolutamente no. Sono sempre stato convinto che gli elettori abbiano dato il giusto giudizio di quei deputati e quei senatori, che, eletti sotto il simbolo “Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente”, hanno poi votato contro il governo. E la migliore conferma viene dai sondaggi che 15 giorni fa davano Futuro e Libertà all’1,9 per cento, superata addirittura da “La Destra” di Francesco Storace. Credo che ogni altro commento sia superfluo».
- Di Pietro, in riferimento ad Olbia e alla politica nazionale, ha parlato di emergenza democratica e sistemi mafiosi che si realizzano attraverso ricatti e compravendite. Come replica?
«Gli sproloqui di Di Pietro non meritano repliche. In realtà l’Italia dei Valori sta facendo più danni all’opposizione che a noi. Quasi sempre, infatti, il partito di Di Pietro si schiera su posizioni diverse rispetto agli altri partiti di questa sinistra che, purtroppo per noi, resta la peggiore sinistra d’Europa. Una coalizione estremamente divisa, senza idee e senza leaders credibili».
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