COMUNALI. Ornella Demuru si candida a sindaco per ProgReS
Vedi la foto Originaria di Meana Sardo, vive a Cagliari da 20 anni. Dopo la laurea in Storia medievale e diversi anni di lavoro in Tiscali ha creato un'azienda editoriale e di comunicazione. Da sempre attiva nel mondo politico e sindacale, è stata il primo segretario politico di iRS. Agli inizi del 2011 ha scelto, insieme a una parte degli attivisti di iRS, di dar vita a un nuovo soggetto politico, ProgReS Progetu Repùblica, per poter rilanciare il cammino di un indipendentismo dinamico e organizzato.
Perché ha deciso di candidarsi a sindaco?
«Credo che ogni cittadino debba mettersi a disposizione della comunità e credo che cagliaritano sia chiunque si impegni con amore, competenza e dedizione per Cagliari. È stato quindi naturale e doveroso accettare l'invito degli attivisti cagliaritani di ProgReS a farmi portavoce del nostro progetto per la città».
Qual è la sua esperienza in politica prima di questo impegno?
«Per me la vita è politica. Sono stata rappresentante sindacale a Tiscali, sono stata attiva a Cagliari nel sociale lottando contro il precariato e a sostegno degli strati più deboli. L'esperienza di segretario indipendentista e candidato sindaco è semplicemente un rilancio del mio modo di impegnarmi».
Qual è il punto fondante del suo programma?
«Dare forza a quella rete di attività economiche e culturali che è stata resa invisibile ma è la vera forza di Cagliari, la sua potenzialità, l'unico modo per combattere crisi e poteri forti. Dall'economia marittima al piccolo commercio, dai giovani all'università, c'è un'altra Cagliari che può fare la differenza».
Dai confronti con gli altri candidati qual è la preoccupazione che le sembra essere emersa?
«La preoccupazione è che ci si preoccupi sempre e solo di pochissimi temi come Tuvixeddu e l'Anfiteatro, questioni importanti ma che finiscono per oscurare la complessità della città, le sue molte emergenze sociali, le esigenze quotidiane di tanti cagliaritani alle prese con il problema del lavoro».
Quali sono le emergenze della città?
«La mancanza di spazi e servizi per i bambini e le famiglie attraverso gli asili e il tempo pieno. La cantieristica navale, settore storico e florido con mille persone che rischiano di perdere lavoro e indipendenza per favorire un monopolio a vantaggio di pochi. La mancanza di un grande piano per la viabilità».
Quali sono i punti di forza e di debolezza della società cagliaritana?
«La forza sta nel gusto per la vita dei cagliaritani, il fatto che qui si incontrano tutti i sardi. La debolezza sta nell'accontentarsi, o nel lamentarsi e arrendersi invece di lottare e reinventarsi».
Cosa si può fare per arginare l'emorragia di residenti?
«Cinque anni fa Franciscu Sedda propose di fare come a Barcellona in cui il comune ha riportato i giovani in centro acquistando vecchi stabili, ristrutturandoli e affittandoli a basso costo a studenti e coppie».
Qual è la sua ricetta per i giovani, i senza lavoro, gli universitari?
«Bisogna salvare e rilanciare l'università di Cagliari colpita al cuore dalla Gelmini. Il Comune, insieme alla Regione, può giocare un ruolo importante. La ricerca, l'innovazione, la formazione anche per i disoccupati giovani o adulti sono decisive per creare professionalità e dunque nuovo lavoro di qualità».
In caso di ballottaggio tra altri due candidati è disposta ad apparentamenti?
«Lasceremo libertà di coscienza ai nostri elettori, chiedendo loro di valutare chi maggiormente si avvicina a idee indipendentiste e a politiche di sovranità per Cagliari. Se poi i risultati ci renderanno decisivi valuteremo se modificare questa scelta restando comunque fedeli ai nostri valori».
Anthony Muroni