I pirati del web hanno contibuito al crac di Dahlia tv, sponsor del Cagliari
Oscurato dalla Finanza il sito svedese BtJunkie
E ora si scopre che il crac di Dahlia tv è stato causato dai pirati del web. La tv digitale che sponsorizza il Cagliari calcio ha acquistato i diritti per la trasmissione della partite di dieci squadre di serie A e B, per mesi ha lavorato in regime di quasi monopolio eppure gli abbonati non sono aumentati. Anzi: sono diminuiti.
Ebbene, la Guardia di Finanza ha scoperto che tra le cause del dissesto finanziario c'è un illecito mica da poco: chiunque poteva seguire, gratis, gli eventi sportivi in streaming, la diretta su internet. Bastava andare su BtJunkie, la maxi-piattaforma digitale che permette di scaricare in modo illegale. L'analisi del portale ha svelato che l'impari concorrenza alla pay tv non era limitata allo sport ma estesa a film, documentari, musica e cartoon .
OPERAZIONE POISONOUS DAHLIA Le Fiamme Gialle hanno messo i sigilli a uno dei più grandi supermercati del falso multimediale: ieri mattina hanno notificato un ordine di inibizione agli internet service provider in cui si ipotizza la violazione del diritto d'autore. Nel giro di due giorni sarà dunque oscurata la piattaforma digitale che conta 500.000 accessi quotidiani solo dall'Italia (il Belpaese è il secondo al mondo per numero di visitatori dopo gli Stati Uniti).
STRUMENTO INNOVATIVO L'inchiesta del nucleo di polizia tributaria, al comando del colonnello Alessandro Marin, si è conclusa ieri con un provvedimento capace di bloccare il portale svedese e gli internauti italiani che ogni giorno scaricano musica, film e videogiochi in maniera illecita. Ed è facile prevedere un crollo del fatturato per BtJunkie, proprio com'era successo nel 2008 con Pirate Bay che aveva perso il 70 per cento degli accessi italiani: basti pensare che la Finanza ha stimato un guadagno per i gestori dei banner pubblicitari superiore ai 3 milioni e mezzo di euro all'anno. Molti accessi, grandi affari.
DURO COLPO L'operazione, coordinata dal pm Giangiacomo Pilia, segna una svolta nelle strategia di contrasto al falso mondiale. Sì, perché è stato utilizzato un provvedimento innovativo: l'ordine di inibizione non deve essere convalidato dal gip né essere sottoposto al Tribunale del riesame, è possibile soltanto un ricorso per Cassazione. Con questo strumento giuridico, insomma, si velocizzano le procedure per impedire ai siti esteri di continuare le loro attività illecite in Italia. E per BtJunkie, visto il quantitativo di accessi giornalieri provenienti proprio dall'Italia, sarà un duro colpo. Che non potrà attutire neppure cambiando nome al dominio italiano per aggirare il provvedimento e continuare sotto mentire spoglie: per riconquistare il mercato italiano rischierebbe di perdere quello mondiale.
Maria Francesca Chiappe