VIA CARRARA. Il dramma
Hanno tranciato malamente la grata di una finestrella all'altezza della strada e incuranti delle ferite provocate dai ferri spezzati si sono calate in un seminterrato per occuparlo. È successo nella notte tra lunedì e martedì in via Carrara 23. Protagoniste della vicenda una venticinquenne di Sant'Elia e suo figlio di 10. Con loro un'amica che in qualche modo protegge i due. Il palazzo è una costruzione di edilizia residenziale pubblica con appartamenti in parte riscattati dagli inquilini. Lo scantinato è tecnicamente un bene indiviso occupato fino a metà del 2010 da un'altra famiglia fuggita dopo un'invasione di liquami e topi. Non è difficile immaginare le condizioni in cui si trovano la giovane e il suo bambino: c'è un bagno ma non c'è l'acqua, non c'è elettricità e in più l'anno scorso il Comune ha saldato il portoncino di ingresso. «Chiamerò un fabbro per farlo aprire - dichiara la donna - ma da qui non me ne vado finché non mi daranno una casa». Un contratto da lavoratrice socialmente utile in scadenza, nessun compagno e un figlio da crescere, la giovane nella mattinata di ieri ha parlato con le assistenti sociali (sul posto c'era anche polizia municipale). «Hanno detto che potrebbero aiutarmi a pagare una parte dell'affitto ma io non posso tirare fuori nemmeno un euro». La ragazza rischia una denuncia per occupazione abusiva oppure che le venga tolto il bambino, se rimarrà in quello stabile fatiscente.
Carla Etzo