Anfiteatro: lettera a Galan per sostenere la posizione del soprintendente
CAGLIARI. Italia Nostra con una lettera al ministro Galan e al sindaco di Cagliari scende in campo a favore dell’azione condotta dal soprintendente ai beni archeologici Marco Minoja in difesa dell’anfiteatro romano. Italia Nostra rende giustizia al soprintendente che ha compiuto il suo esatto dovere di tutore di un bene di assoluto pregio contro «improbabili e sedicenti esperti».
Nella lettera la presidente di Italia Nostra Sardegna, Fanny Cao, rimarca la qualità «dell’esercizio del suo ruolo istituzionale» da parte del soprintendente e fa sapere a Minoja quel nessuno finora gli ha detto pubblicamente e cioè che moltissimi cagliaritani si espressero contro la scelta di ricoprire di legno l’anfiteatro e molti di più stigmatizzarono nel tempo il mancato smontaggio. «Al soprintendente - scrive la signora Cao -, fatto oggetto di pesanti attacchi da parte di improbabili e sedicenti esperti, portiamo il consenso di migliaia di cittadini che fin dal 2000 hanno deplorato l’occultamento del monumento ed il suo progressivo degrado ed un vivo incoraggiamento a continuare su una linea di rigorosa difesa del nostro patrimonio culturale e dell’interesse pubblico». Minoja «col suo intervento a difesa dell’anfiteatro, nell’esercizio del suo ruolo istituzionale, ha inteso rimarcare la priorità delle esigenze di tutela su interessi settoriali e di diversa natura». «E’ bene ricordare - continua la presidente di Italia Nostra - che le impalcature che oggi ricoprono i gradoni furono autorizzate dall’allora soprintendente Vincenzo Santoni, solo in via provvisoria e dovevano essere improrogabilmente smantellate nell’anno 2005. Per venire incontro alle richieste degli operatori dello spettacolo la scadenza non venne però rispettata e furono concesse varie proroghe, con l’impegno di trovare una soluzione funzionale e definitiva adatta ad ospitare in città gli spettacoli all’aperto. Nel corso degli anni nulla è cambiato - conclude Cao - e ancora oggi hra g ga se Cag. Nel corso degli anni nulla è cambiato e ancora oggi siamo costretti a subire l’uso improprio di un sito di grande bellezza e notevole interesse archeologico che auspichiamo possa essere finalmente restituito alla sua dignità monumentale». Si potrebbe fare una scommessa sui numeri: i cittadini dalla parte di Minoja sono molti di più di quelli che sono d’accordo sulla rovina dell’anfiteatro a vantaggio di pochi e noti. (a.s.)