E’ dal Cinquecento che le quattro arciconfraternite e una congregazione rinnovano ogni anno la tradizione della Settimana Santa
Da poche stagioni il gruppo di Sant’Efisio ripropone anche la processione delle sette chiese
Fra gli scopi anche beneficenza e solidarietà
MARIO GIRAU
CAGLIARI. Se i riti della settimana santa si sono conservati qui pressochè intatti, nonostante il passare dei secoli, il merito è di quattro arciconfraternite (Gonfalone, Santo Cristo, Solitudine, Genovesi) e di una congregazione, gli «Artieri».
Sono pie associazioni di laici - sopravvissute alle «cunfrarias» o «germanderis» - operative a partire dalla metà del Cinquecento, istituite per finalità di culto, caritative, beneficenza e solidarietà. «Le cerimonie della settimana santa - spiega Mauro Dadea, studioso di tradizioni religiose locali - consistono nelle antiche pratiche di pietà che ogni anno dovevano essere compiute dalle confraternite nella scia di una consolidata tradizione cristiana». All’inizio del ventesimo secolo, quando il capoluogo aveva poco più di quarantamila abitanti, si contavano comunque dodici «cunfrarias» funzionanti. La più antica, del «Santo Monte di Pietà», istituita nel 1530 da papa Clemente VII, aveva avuto origine durante la predicazione del carmelitano fra Desiderio San Partino di Palermo, in quel periodo quaresimalista in cattedrale. Solo da qualche anno la confraternita di Sant’Efisio - che fu fondata nel 1539, aggregata nel 1618 all’arciconfraternita del «Gonfalone della Santissima Vergine del Riscatto» di Roma - ha riproposto la tradizione della processione nelle sette chiese anche questa ereditata dal più lontano passato. Il simulacro del santo, in abiti penitenziali e listati a lutto, col pennacchio nero, visita i «sepolcri», per pregare davanti a «su monumentu», l’altare effimero dove viene riposto il Santissimo al termine della messa «in coena Domini».
La congregazione degli «Artieri» o degli «artisti», solamente da tre anni ha ripristinato - dopo quarantanove anni di silenzio - l’antica processione dei «Misteri», fin dal 1670 appuntamento obbligato di ogni martedì santo. Gli «artieri» fanno parte delle congregazioni mariane istituite dai padri gesuiti. Fondata nel 1586 con sede in Castello, nella chiesa di Santa Croce, trasferita nel 1773, dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, nella chiesa della Speranza, a fianco alla cattedrale, passò successivamente a quella intitolata a San Domenico. Nel 1795 la sistemazione definitiva nella chiesa di San Michele e dal 1822 è stata riportata sotto le cure dei gesuiti.
Le vere custodi delle tradizioni della settimana santa sono le due arciconfraternite villanovesi: del «Santo Cristo» e della «Solitudine». La prima, istituita intorno alla metà del secolo XVI, si è dedicata soprattutto alla processione dedicata al tema dei Misteri: dagli anni Cinquanta del secolo scorso anche alle processioni del venerdì e del sabato santi.
Tra gli scopi primari dell’arciconfraternita della Solitudine, istituita nel 1603 nella chiesa di San Bardilio (vicino all’ingresso dell’attuale cimitero di Bonaria), animare i riti che compongono la settimana santa. Una «mission» rispettata ormai da più di quattro secoli. Invece esclusivamente parrocchiale il contributo dell’arciconfraternita dei Santi Giorgio e Caterina, detta «dei Genovesi» - fondata nel 1587 dai mercanti liguri operanti nel porto di Cagliari - ai riti che contraddistinguono la quaresima.